Un gruppo internazionale di scienziati, guidato dalla McMaster University in Canada, ha compiuto una svolta significativa nella comprensione dei meccanismi sui quali si articola la celiachia. Questa malattia autoimmune, che colpisce circa una persona su 100, negli ultimi 25 anni si è diffusa considerevolmente nella popolazione a livello internazionale.
Lo studio portato avanti dalla McMaster University e pubblicato sulla rivista Gastroenterology, ha rivelato come le cellule dell’epitelio intestinale siano direttamente coinvolte nell’attivazione della risposta immunitaria al glutine, la proteina presente nel grano e in altri cereali. Questa scoperta ha donato speranza aprendo la strada a potenziali nuovi trattamenti per una patologia che, fino ad oggi, è stata gestita esclusivamente attraverso una dieta rigorosamente priva di glutine.
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Terapia per la celiachia
In Italia, si conta che 600.000 persone convivano con la celiachia, ma che solo una minoranza ne abbia ricevuto una diagnosi a tutti gli effetti. Ad oggi, l’unica terapia efficace consiste nell’eliminazione completa del glutine dall’alimentazione. Un approccio che potrebbe sembrare drastico ma che è considerato dagli esperti l’unico capace di produrre l’effetto e i risultati voluti o sperati.
La docente di Gastroenterologia e Direttrice del Farncombe Family Digestive Health Research Institute, Elena Verdu, che ha coordinato lo studio e la ricerca in questione, sottolinea come le ricerche su vaccini e altre terapie avanzano in modo canonico, mentre, purtroppo, le svolte terapeutiche riguardanti la celiachia con risultati concreti sono ancora molto lontani.
La scoperta
La ricerca durata 6 anni è stata estremamente performante portando ad una scoperta non indifferente. Per lo studio sono state utilizzate le cellule ottenute da pazienti affetti dalla patologia e da topi geneticamente modificati. Grazie all’uso di modelli tridimensionali di tessuto intestinale, i ricercatori sono riusciti a dimostrare come le cellule epiteliali non solo reagiscono al glutine, ma inviano anche segnali al sistema immunitario, soprattutto in presenza di agenti patogeni. Questo meccanismo intrinseco, che già in precedenza era stato scoperto, non era mai stato provato scientificamente.
Il ricercatore Tohid Didar, ingegnere esperto di nano e biomateriali, ha tenuto ad evidenziare che le ipotesi mosse in precedenza hanno influito positivamente sulla ricerca andando a considerare solo specificatamente la causa-effetto e di come la reazione tra glutine e cellule epiteliali avvenga. La prima autrice dello studio, Sara Rahmani sottolinea quanto in futuro questa scoperta potrebbe essere impiegata nella prevenzione o magari anche nel trovare una cura alla patologia della celiachia.
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