Cecilia Sala in carcere a Teheran: il mondo si mobilita per la sua liberazione

Una settimana fa è stata arrestata Cecilia Sala a Teheran, lo ha reso noto la Farnesina; oggi la visita in carcere dell'ambasciatrice italiana

Redazione
10 Min di lettura

La giornalista italiana Cecilia Sala, 29 anni, è stata arrestata a Teheran, in Iran, mentre si trovava nel Paese per lavoro. Lo ha reso noto il Ministero degli Affari Esteri italiano, precisando che Sala è attualmente detenuta nel carcere di Evin, noto per ospitare principalmente dissidenti politici. Le autorità iraniane non hanno ancora formalizzato le accuse nei suoi confronti.

La Farnesina ha confermato che l’ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei, ha visitato Sala in carcere la mattina del 27 dicembre, verificando che la giornalista è in buone condizioni di salute. Sala è riuscita a contattare telefonicamente i suoi genitori, rassicurandoli sul suo stato e chiedendo di accelerare gli sforzi per ottenerne la liberazione.

La giornalista si trova nel carcere di Evin, in cui sono trattenuti principalmente dissidenti politici. Al momento, le motivazioni dell’arresto non sono state formalizzate da Teheran, come riferito da Choramedia, testata per cui lavora Sala. “Cecilia era partita per l’Iran con un regolare visto giornalistico e le tutele di una giornalista in trasferta. Aveva fatto una serie di interviste e realizzato tre puntate del suo podcast Stories di Chora News“, si legge in una nota della testata, che ha poi chiarito che la conferma dell’arresto è giunta solo tramite una telefonata della giornalista, che ha avvertito sua madre.

La sua voce libera è stata silenziata e l’Italia e l’Europa non possono tollerare questo arresto arbitrario. Cecilia Sala deve essere liberata subito“, hanno esortato da Choramedia. Sala ha 29 anni ed è una giornalista freelance che collabora con Il Foglio ed è autrice e voce del podcast Stories per Choramedia. Inoltre, è autrice di diversi reportage per L’Espresso, Vanity Fair e Wired, e di due libri: “Polvere. Il caso Marta Russo“, scritto insieme a Chiara Lalli e “L’incendio. Reportage su una generazione tra Iran, Ucraina e Afghanistan“, entrambi editi da Mondadori.

La solidarietà del Senato

All’inizio dell’odierna seduta d’Aula a Palazzo Madama diversi senatori, appartenenti a tutte le forze politiche, sono intervenuti per condannare il regine di Teharan ed esprimere messaggi di vicinanza per la giornalista. “Siamo molto preoccupati. Sappiamo che il governo è al lavoro, siamo vicini alla diplomazia e chiediamo al governo di tenerci informati e di coinvolgerci. E’ una situazione molto delicata. Vicinanza anche ai colleghi di Sala“, così il senatore Alessandro Alfieri ha espresso vicinanza alla famiglia della cronista a nome del Partito democratico.

Allo stesso modo Enrico Borghi di Italia Viva ha commentato la decisione del regime iraniano dicendo che “merita una riflessione e un invito” oltre a reputare “essenziale che il Parlamento non si divida anche per sottolineare la differenza tra un regime autocratico e uno democratico nel quale la libertà di informazione è fondamentale“. Mentre, il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Stefano Patuanelli, ha inviato la solidarietà ai parenti della giornalista, scandendo che occorre “mantenere un tono adeguato alla criticità del momento“.

Dalla maggioranza si è prontamente espressa anche Stefania Craxi, di Forza Italia, che ha sottolineato essere inaccettabile l’arresto, mentre occorre “raccogliere l’appello della famiglia perché in queste situazione meno clamore aiuta alla soluzione del caso” quindi, la senatrice ritiene necessario “evitare le polemiche e dare appoggio al governo, che si è già mosso“. A nome di Fratelli d’Italia, invece, si è speso Giulio Terzi che, esprimendo solidarietà alla famiglia e sostenendo il governo, ha dichiarato la necessità di porre attenzione a non creare “polemiche nocive per il negoziato“. Il gruppo della Lega si è detto indignato “per il rapimento di Sala“, ha affermato Marco Dreosto.

Le reazioni della politica

Tra i primi a commentare l’arresto di Cecilia Sala, dopo le parole del ministro degli Esteri, c’è la segretaria del Pd, Elly Schlein, che ha sostenuto di essere “molto preoccupata” e di stare “seguendo da vicino il caso con grande apprensione“. La leader del ha poi rivolto un’esortazione al governo, con cui ha dichiarato di essere in contatto, affinché vengano messe in campo tutte le iniziative utili a far luce su questa vicenda e soprattutto “per riportare Cecilia Strada in Italia quanto prima“.

Immediato anche il commento di Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che ha sottolineando come al momento “l’unica cosa che conta è che torni a casa subito” e per questo è garantito il massimo sostegno agli sforzi diplomatici del governo. “Un abbraccio grandissimo alla famiglia di Cecilia e ai suoi colleghi giornalisti“, ha poi aggiunto l’ex premier.

L’arresto ha suscitato ampio sdegno e solidarietà trasversale in Italia. Al Senato, numerosi esponenti politici hanno espresso vicinanza alla famiglia della giornalista e condannato il regime iraniano. Il senatore Alessandro Alfieri (PD) ha dichiarato: “Chiediamo al governo di tenerci informati e di coinvolgerci per affrontare questa delicata situazione”. Stefania Craxi (Forza Italia) ha esortato a mantenere un approccio discreto: “In queste situazioni, meno clamore aiuta”. Giulio Terzi (Fratelli d’Italia) ha ribadito la necessità di evitare polemiche che possano ostacolare i negoziati.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto
Il ministro della Difesa Guido Crosetto

Durissime, invece, le parole del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha voluto mettere in luce come, dal giorno in cui l’Italia è stata avvertita dell’arresto di Cecilia Sala, il governo si sia immediatamente messo all’opera per garantire la sua sicurezza. “Ogni persona che poteva e può essere utile per ottenere questo obiettivo si è messa al lavoro“, ha infatti dichiarato il ministro, sostenendo che “le trattative con l’Iran non si risolvono purtroppo con il coinvolgimento dell’opinione pubblica occidentale e con la forza dello sdegno popolare ma solo con un’azione politica e diplomatica di alto livello“. In questo senso, quindi, il nostro Paese continua a lavorare “seguendo ogni strada“.

Cecilia Sala arrestata: le parole di Tajani

Sul caso subito è intervenuto il Ministro degli Esteri Antonio Tajani e per ora Cecilia Sala è riuscita a fare qualche telefonata ai familiari. Sembra che stia bene ma ancora non è chiaro il motivo dell’arresto. Tajani è subito intervenuto per cercare di trovare una soluzione, ma soprattutto per assicurarsi che la giornalista stia bene.

In coordinamento con la presidenza del Consiglio, la Farnesina ha lavorato con le autorità iraniane per chiarire la situazione legale di Sala e verificare le condizioni della sua detenzione. Oggi l’ambasciatrice d’Italia Paola Amadei ha effettuato una visita consolare per verificare le condizioni e lo stato di detenzione della dottoressa Sala. La famiglia è stata informata dai risultati della visita“, è stato diffuso tramite nota.

Le parole di Choramedia su Cecilia Sala

La giornalista ha un podcast di attualità su Choramedia, la piattaforma anche ha dato la notizia, aggiungendo ulteriori particolari: “Rendiamo nota questa notizia solo ora perché i familiari e le autorità italiane ci avevano chiesto di restare in silenzio per agevolare il pronto intervento. Ma finora ancora non è stata liberata, dopo una settimana di prigionia“.

Reazioni internazionali

Le Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per l’arresto, ribadendo l’importanza di garantire la libertà di stampa. “I giornalisti devono essere lasciati lavorare liberamente e protetti, ha dichiarato una portavoce ONU. Anche l’Unione Europea segue da vicino il caso, definendolo “sensibile” e sottolineando la necessità di tutelare i contatti diplomatici con Teheran.

Un caso simile: Alessia Piperno

Il caso di Cecilia Sala richiama quello di Alessia Piperno, un’altra giovane italiana arrestata in Iran alcuni mesi fa e poi liberata grazie agli sforzi diplomatici italiani. Tajani ha sottolineato che si stanno seguendo procedure analoghe per ottenere la liberazione della giornalista.

Appelli dalla società civile

L’Associazione Giornaliste Italiane ha espresso solidarietà alla collega, auspicando una rapida risoluzione della vicenda. Choramedia, intanto, continua a sensibilizzare l’opinione pubblica con l’hashtag #FreeCecilia, chiedendo il rispetto della libertà di stampa e il rilascio immediato della giornalista.

La Sala avrebbe dovuto far rientro in Italia lo scorso 20 dicembre e il 19 avrebbe dovuto mandare ai suoi colleghi la puntata del podcast realizzata nel Paese. Improvvisamente la piattaforma non ha più avuto notizie della giornalista e subito ha allertato le autorità italiane. Il giorno dopo a Sala è stato permesso di fare una telefonata alla madre per avvertirla. Oggi le è stata concessa una visita dall’ambasciatrice italiana.

La vicenda evidenzia ancora una volta i rischi affrontati dai giornalisti nei contesti più complessi del mondo. L’Italia, attraverso un’azione diplomatica discreta ma decisa, sta lavorando per riportarla a casa. Nel frattempo, cresce la mobilitazione in suo favore, con l’auspicio che la sua detenzione si concluda al più presto.

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