Caso Cecilia Sala: confermato arresto per violazione delle leggi islamiche, Abedini chiede i domiciliari

Gli Usa pretendono l'estradizione di Abedini, mentre Teheran ha confermato l'arresto della giornalista per aver violato la legge della Repubblica islamica. I due casi sembrano sempre più intrecciati e all'Italia spetta il compito di trovare una soluzione che salvaguardi la cittadina italiana e al contempo non infastidisca Washington

Redazione
7 Min di lettura

Ad 11 giorni dall’arresto della giornalista Cecilia Sala, stando a quanto riferito dai media di Teheran, l’Iran ha confermato l’arresto della cronista detenuta nel carcere di Evin a Teheran. “La cittadina italiana si è recata in Iran il 13 dicembre 2024 con un visto da giornalista ed è stata arrestata il 19 dicembre 2024 per violazione della legge della Repubblica islamica dell’Iran“, così si è espressa l’agenzia di stampa ufficiale Irna, citando una dichiarazione del dipartimento generale dei Media Esteri del ministero della Cultura e dell’orientamento islamico dell’Iran. “E’ stato aperto un fascicolo e il suo caso è sotto inchiesta – si prosegue la nota – l’arresto è stato eseguito secondo la normativa vigente e l’ambasciata italiana è stata informata“.

La politica del ministero è sempre stata quella di accogliere le visite e le attività legali
dei giornalisti stranieri, aumentare il numero di media stranieri nel Paese e preservare i loro diritti legali
“, prosegue il comunicato, citato da Irna, assicurando che alla “cittadina italiana è stato garantito l’accesso consolare durante questo periodo e la signora Sala è stata in contatto telefonico con la sua famiglia

Si attendono ora informazioni in riferimento alle presunte violazioni, in particolare di quali leggi siano state inosservate dalla cronista, ma nella nota è anche dichiarato che “saranno forniti ulteriori dettagli se la magistratura lo riterrà necessario“. Intanto, in Italia, il legale di Mohammad Abedini Najafabadi, l’ingegnere iraniano bloccato a Malpensa perché ricercato dagli Usa, ha presentato ai giudice della Corte d’Appello di Milano un atto in cui sollecita la modifica della misura cautelare per il suo assistito, chiedendo che questo venga posto ai domiciliari.

L’ipotesi del trasferimento di Abedini, però, preoccuperebbe il governo italiano a causa della precedente fuga del trafficante di armi russo Arthem Uss, scappato nel marzo 2023 dalla casa in cui si trovava ai domiciliari dotato di braccialetto elettronico. Sul trafficante, anche in quel caso, pendeva un mandato di ricerca Usa e Washington non apprese ben volentieri la notizia della fuga. Nel caso di Abedini, quindi, gli Stati Uniti hanno già inviato in Italia un documento che sottolinea il pericolo di fuga dell’ingegnere.

Quali saranno i prossimi passi

L’Italia continua a chiedere la massima discrezione su un caso che al momento ha ancora numerosi risvolti oscuri. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha infatti dichiarato ieri che i tempi per il rilascio della reporter non sono al momento calcolabili e al contempo ha confermato che per ora non vi sono capi di accusa nei confronti di Sala. La 29enne, quindi, si trova in una carcerazione preventiva, in attesa che le autorità iraniane formalizzino delle accuse nei suoi confronti.

L’ambasciatrice iraniana a Teheran, Paola Amedei, e il viceministro iraniano Jalalzadeh avrebbero discusso, oltre che del destino di Sala, anche di quello di Mohammad Abedini Najafabadi. Sembrerebbe, dunque, sempre più probabile l’ipotesi dell’intrigo internazionale, che vedrebbe la reporter italiana arrestata solo per utilizzarla come moneta di scambio.

Cecilia Sala
Cecilia Sala

Il dipartimento di Stato Usa ha ribadito l’ipotesi, sottolineando che “l’arresto di Sala arriva dopo che un iraniano è stato incarcerato in Italia tre giorni prima per contrabbando di componenti di droni“, per poi chiedere a gran voce il rilascio di Sala e di tutti i prigionieri arbitrariamente detenuti da Teheran senza una causa lecita. Intanto, le trattative per il rilascio sono nelle mani dell’intelligence italiana, che continua a condurre la questione con riservatezza e prudenza.

L’intreccio tra gli arresti di Sala e Abedini

Mentre l’ambasciata italiana continua a mantenere aperto il canale di comunicazione tra Roma e Teheran, nel tentativo di garantire a Sala condizioni di vita dignitose all’interno del carcere, in Italia si continua a discutere del destino di Mohammed Abedini. L’iraniano è stato fermato lo scorso 16 dicembre a Milano Malpensa, dove era giunto con un volo dalla Turchia, come richiesto dagli Usa, dove è accusato di aver esportato illegalmente in Iran tecnologie americane utilizzate per droni militari, con l’obiettivo di supportare i pasdaran.

Ieri è giunta la richiesta formale di estradizione ed ha quindi avuto inizio l’iter per trasferire Abedini oltreoceano. Questa sarebbe proprio la possibilità che l’Iran vorrebbe evitare ed ora, quindi, l’Italia si trova in una situazione piuttosto complessa. La Farnesina per ora è in attesa del fascicolo di accusa che le autorità americane dovranno inviare entro 40 giorni. Questi documenti saranno quindi trasferiti al ministero della Giustizia e poi alla Corte d’appello di Milano, che avrà 10 giorni di tempo per fissare la data di un’udienza.

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio

L’ultima parola sull’estradizione, però, spetta al ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Nel caso in cui l’estradizione non venisse confermata, Abedini sarebbe libero e potrebbe tornare in Iran. Per quanto riguarda il caso Sala, la questione è piuttosto spinosa perché la magistratura italiana è indipendente dalla politica e quindi non può prendere in considerazione il caso della reporter per giungere ad una decisione. Così, il governo deve trovare un’altra soluzione. Sembrerebbe che un elemento cruciale della vicenda sia rappresentato proprio dal Guardasigilli Nordio, il quale, appellandosi all’articolo 718 del codice di procedura penale potrebbe richiedere la revoca della misura cautelare, in quanto a lui spetta la decisione definitiva sull’estradizione.

L’adozione di questa ipotesi, però, potrebbe incrinare i rapporti tra Italia e Usa, che è il principale alleato del nostro Paese. Quindi, per ora, i rapporti diplomatici proseguono su due fronti distinti. Da un lato Roma è in contatto con Teheran e dall’altro con Washington, al fine di risolvere la situazione con il numero minore di danni possibile. Non si esclude, poi, che il prossimo 9 gennaio, quando Joe Biden giungerà in Italia per incontrare Giorgia Meloni, uno dei dossier da affrontare non sia proprio quello del presunto intreccio tra Sala e Abedini.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo