Caso Orlandi, il giudice Martella: “L’antefatto è l’attentato al Papa dell’81”

Il giudice Martella ritiene che il caso Orlandi e il caso Gregori abbiano come antefatto l'attentato al Papa e siano state messe in atto dal Sismi, i servizi segreti italiani, e la Stasi, l'intelligence della Germania dell'Est, come opera di distrazione

Redazione
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Sul caso Orlandi e il caso Gregori, la scomparsa delle due ragazze a Roma nel 1983, tornano a parlare i magistrati convocati dalla commissione bicamerale di inchiesta, che indaga sui casi. Ilario Martella è stato titolare delle indagini dal 1985 al 1990 e Adele Rando, che è stata giudice istruttore della prima inchiesta sulle due sparizioni dal 1990 al 1997. Rando ha chiesto di secretare l’intervento, lasciando lo spazio al collega Rando.

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Caso Orlandi, il giudice Martella

Caso Orlandi, le parole di Martella

Il giudice ha sostenuto che la scomparsa delle ragazze ha avuto origine a causa dell’attentato al Papa Giovanni Paolo II del 1981, che portò all’arresto del terrorista turco Alì Agca. Quindi le due ragazze sarebbero state sacrificate “a qualcosa di incredibile, che si può definire ragione di Stato. Ci si trova innanzi a un intrigo internazionale”.

Martella con intrigo si riferisce a un possibile coinvolgimento di una parte dei servizi segreti italiani, probabilmente gli 007 del Sismi, e dalla Stasi, l’intelligenze della Germania dell’Est, che si legherebbe alla pista bulgara e all’attentato di Agca. La scomparsa delle ragazze sarebbe un’operazione di distrazione di massa ideata e compiuta dalla Stasi per evitare che la Bulgaria e tutto il mondo dell’Est venissero coinvolti nell’attentato al Papa, dopo che Alì Agca, interrogato da me, aveva iniziato ad accusare tre funzionari bulgari”.

Il giudice aggiunge che già dall’82 la Bulgaria si preoccupava di poter essere accusata del coinvolgimento al tentato omicidio al Papa. Il rischio era che Agca potesse rivelare quali fossero i mandanti dell’aggressione. Perciò serviva “qualcosa che potesse determinare una disattenzione totale, una sorta di distrazione di massa“. Siccome era un piano complesso da costruire, solo un’organizzazione grande e di qualità come la Stasi poteva occuparsene. “Questa operazione di distrazione di massa doveva fare in modo di creare episodi su cui attrarre l’attenzione dell’opinione pubblica”.

Perciò per Martella avrebbero organizzato così i rapimenti, il primo del quale, quello di Mirella, non era andato a buon fine perché “le richieste avanzate non erano state riferite alle gerarchie”. Quindi l’organizzazione avrebbe compiuto il secondo rapimento, salendo di livello. Il giudice conclude dicendo che le ragazze sono state sacrificate, uccise non subito, ma magari dopo un po’. Tenerle in vita sarebbe stato pericoloso perché avrebbero potuto essere dei testimoni fondamentali”.

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