La Procura di Roma sta indagando il numero uno della Figc, Gabriele Gravina, per appropriazione indebita e riciclaggio. Le presunte irregolarità risalgono all’assegnazione del bando del 2018 per il canale tematico della Lega Pro di calcio Isg Ginko, nel periodo in cui Gravina era il presidente. Il volto della Figc dovrà rispondere e chiarire una serie di movimenti sospetti emersi proprio nell’inchiesta di Perugia.
Il caso chiama in causa come testimoni due colleghi del finanziere Pasquale Striano, presenti a quattro incontri avvenuti tra il 9 maggio e il 17 giugno 2022 sotto l’attenta guida di Laudati, ed Emanuele Floridi, un manager vicino al presidente della Lazio, Claudio Lotito. L’accusa contro il volto Figc si muove attorno ad una soffiata di Striano sull’affidamento dell’appalto della Lega Pro e ad una serie di accessi per recuperare notizie sul numero uno del Figc.
Gravina: le indagini
Per Raffaele Cantone, il procuratore di Perugia, le accuse su Striano sono certe, ma considera anche il ruolo fondamentale di Gravina nell’assegnazione dell’appalto per i diritti tv. Presidente della Lega Pro da dicembre 2015 fino al 16 ottobre 2018, Gravina si era dimesso per essere poi eletto alla Federcalcio. L’assegnazione del budget sarebbe avvenuto attraverso un corrispettivo extrabudget di almeno 250mila euro.
Un’operazione del tutto sospetta che si è cercato di far ‘passare sotto banco’ tramite un accordo tra lo stesso volto Figc e la Isg Ginko, utilizzando due opzioni di acquisto per dei libri antichi. Una quota con la quale il presidente avrebbe acquistato un appartamento a Milano da intestare alla figlia della compagna. Nonostante l’avviso del notaio alla banca con una Sos, Gravina afferma: “Si tratta di operazioni separate e trasparenti“.
