Casa Elkann spiata da un drone di Bruno Vespa: annunciata querela per “Porta a Porta”

Secondo i legali degli Elkann si sarebbe verificata "una ingiustificabile intrusione nella vita privata del nostro assistito". La trasmissione si è giustificata tirando in causa il garante della privacy che chiarisce: "L'uso di immagini riprese da droni a fini giornalisti, anche senza il consenso degli interessati, è legittimo"

Redazione
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La famiglia di John Elkann, primogenito di Margherita Agnelli, è stata presa di mira da una troupe giornalistica della trasmissionePorta a Porta“, condotta da Bruno Vespa, che avrebbe spiato la famiglia nella loro abitazione attraverso un drone. Nel pomeriggio di ieri i legali della famiglia hanno annunciato la volontà di querelare la trasmissione, accusata di aver messo in atto “una ingiustificabile intrusione nella vita privata del nostro assistito“. I legali hanno sottolineato come all’interno dell’abitazione fossero presenti anche tre minori, per i quali la querela fungerà da “tutela“.

Bruno Vespa
Bruno Vespa

La richiesta principale degli Elkann, infatti, è che i video registrati tramite il drone non vengano mandati in onda, proprio per tutelare la privacy della famiglia, che sarebbe stata spiata senza neanche rendersene conto. L’allarme è stato lanciato dalla sicurezza che lavora nella proprietà Elkann, subito dopo l’avvistamento del mezzo utilizzato dalla troupe giornalistica.

Il comunicato dei legali della famiglia Elkann

Una comunicazione firmata da Paolo Siniscalchi, Federico Cecconi e Carlo Re, legali di John Elkann, è stata resa pubblica nel pomeriggio di ieri. La nota, oltre a comunicare ciò che è accaduto e a mostrare la volontà di querela nei confronti della trasmissione di Bruno Vespa, dichiara che “John, Lapo e Ginevra Elkann ci hanno conferito il mandato di tutelare la loro reputazione attraverso opportune iniziative giudiziarie, diffidando chiunque dalla diffusione di articoli e servizi di stampa non veritieri e diffamatori“.

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Ginevra, Lapo e John Elkann

Ciò che però fa discutere, più dello stesso atto di violazione della privacy e della nota legale, è cosa la troupe di “Porta a Porta” volesse catturare all’interno della proprietà privata degli Elkann. L’inchiesta sull’eredità Agnelli va avanti da anni e nell’ultimo periodo i nuovi sviluppi della vicenda hanno sicuramente acceso i riflettori sulla famiglia, ma la necessità di riprese aeree della proprietà di John Elkann non sembrano trovare collegamenti con la vicenda giudiziaria.

La risposta di “Porta a Porta”

Chi avrebbe potuto trovare risposta a questo quesito era proprio chi per primo lo aveva creato. Nel comunicato della trasmissione di Bruno Vespa, però, manca qualunque tipo di chiarimento e non sono presenti neanche scusanti per il comportamento tenuto, ma solo giustificazioni. “Il filmmaker della trasmissione, dotato di regolare licenza di volo ha smesso di effettuare riprese dopo l’invito della sicurezza di casa Elkann. Quelle immagini non sono sono andate e non andranno in onda“, inizia così la nota della trasmissione Rai, che sembra sprezzante degli affondi dei legali degli Elkann.

Il Garante della privacy chiarisce, in una nota del settembre 2021, che l’uso di immagini riprese da droni a fini giornalisti, anche senza il consenso degli interessati, è legittimo, fatte salve ovvie cautele come la non ripresa di persone, di targhe e di altri elementi identificativi – si legge nella nota di ‘Porta a Porta’ – In ogni caso, registrato il dissenso della sicurezza Elkann, abbiamo evitato di trasmettere le immagini“. Nessuna ripresa di persone o oggetti identificativi, insomma, ma rimane da chiarire cosa effettivamente si volesse riprendere con quel drone.

I legali degli Elkann hanno quindi voluto rispondere con un’ulteriore nota che chiarisce: “Il Garante della privacy afferma un principio ovvio, cioè che non è vietato l’uso di droni per ‘finalità giornalistiche’, che ricorrono quando il cronista intenda pubblicare fatti di interesse pubblico. Le riprese di luoghi di dimora privata è invece vietata in assoluto, in considerazione dell’inviolabilità del domicilio prevista dalla Costituzione e tutelata con la sanzione penale“.

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