Cardinale Zuppi: “Il presepe non si può imporre per legge, rischia di diventare antipatico”

Il Cardinale Zuppi ha affrontato varie tematiche in un'intervista al Corriere, descrivendo una Chiesa cattolica che cambia e si adegua ai tempi, restando però sempre unitaria e lontana dai pericoli della scissione

Redazione
7 Min di lettura

Famiglia, ricordi, Papa Bergoglio, migranti, omosessualità, presepe, conflitti, questi gli argomenti che il Cardinale Zuppi, o Don Matteo come preferisce essere chiamato, ha affrontato in una lunga intervista al Corriere della Sera. Quasi una confessione, che ha portato alla luce molti dei punti critici che la Chiesa cattolica sta affrontando in questo periodo, a partire dall’allontanamento dei fedeli, fino alla questione spinosissima del presepe nelle scuole, che il governo vuole rendere obbligatorio.

La Chiesa sta cambiando rapidamente, prima ogni cento metri c’era un prete ora questo mondo sta finendo. I ragazzi arrivano alla Cresima, poi non li vediamo più, e non c’è più davvero un prete ‘per chiacchierar’. Dobbiamo ritrovare i legami, i contatti umani, le relazioni” ha spiegato così Don Matteo Zuppi, che però è contrario ai metodi costrittivi per avvicinare la popolazione alla Chiesa.

Il cattolicesimo è una scelta e non un’imposizione, così come il presepe, che Don Zuppi non vorrebbe “diventasse antipatico e divisivo perché è bellissimo e umanissimo così com’è, pieno di umano e divino. A volte con la giusta preoccupazione dell’accoglienza pensiamo che questa significhi nascondere la storia, i tratti della nostra casa. No. Accoglienza è vivere l’umanesimo della nostra casa, che tanto è frutto proprio di quel mistero d’amore che è Cristo”.

Cardinale Zuppi: “Il problema della benedizione delle coppie gay è pastorale

Durante un confronto tra due papi iconici e unici nel loro genere, Papa Bergoglio e Papa Ratzinger, esistiti contemporaneamente nello stesso periodo e rappresentanti di due correnti diverse ma anche simili del cattolicesimo, Don Matteo Zuppi affronta la questione dell’omosessualità, tema critico e complesso che la Chiesa sta cercando di navigare.

Progetto senza titolo 2023 12 24T120341.650
Zuppi: “Gli omosessuali sono figli della Chiesa

Se gli omosessuali dicono: la Chiesa non ci capisce, non ci vuole, ci giudica, il Papa risponde: siete tutti figli, che però è diverso dal dire ‘fate tutto come vi pare’. Vuol dire far sentire che ami, che sei prossimo, che questa è sempre casa tua“, spiega chiaramente il Cardinale Zuppi. Una semplice, per dire, questione di libero arbitrio che non può imporre a qualcuno di essere ciò che non c’è ma che deve accettarlo, pur riconoscendogli i suoi errori e i suoi peccati.

Per quanto riguarda la benedizione delle coppie omosessuali -spiega Don Zuppi- il problema è pastorale. Certe cose si possono dire solo dopo che hai fatto sentire di nuovo a casa. Così sarà possibile imparare le regole di una casa da cui ci si era allontanati. La Chiesa non è fatta di angeli, di puri. Come si raccomanda Papa Francesco, la regola esiste ma va resa efficace nella diversità delle situazioni“. Avvicinare prima di insegnare, riscoprire per poi amare, è questo il messaggio di Don Zuppi che sa quanto sia importante ricostituire una Chiesa unita prima di poterne applicare rigorosamente le regole, sempre a seconda delle situazione, come ci insegna Papa Bergoglio.

Cardinale Zuppi: “Il rischio dello scisma della Chiesa è lontano

La benedizione delle coppie omosessuali è una delle riforme attuate da Papa Francesco che però non convince i sostenitori di una Chiesa più conservatrice, meno aperta ai cambiamenti che la società di oggi impone e pretende. Ma per il Cardinale Zuppi tale riforma, così come quella riguardante i preti sposati tanto voluta dai progressisti, non rappresenta un pericolo per l’unitarietà della Chiesa.

Progetto senza titolo 2023 12 24T120607.344
Zuppi: “Dobbiamo ricordare che seguiamo tutti un unico maestro

Il divisore, il diavolo fa sempre il suo mestiere. Non cadiamo nell’errore della polarizzazione. C’è grande impegno da parte di tutti per difendere la comunione attorno al Papa. Penso e spero che il rischio dello scisma tra progressisti e conservatori non ci sia. La comunione non è un regolamento di condominio ma è ricordarsi che tutti seguiamo l’unico maestro che ci ha affidato a una Madre che non dobbiamo offendere“, così Don Matteo Zuppi conclude il discorso.

Cardinale Zuppi: “Diverse soluzioni per i conflitti e per l’immigrazione

Il Cardinale non ha potuto evitare le domande riguardanti le complesse questioni belliche in atto, così come sul problema italiano della gestione dei migranti. Lo stesso Don Zuppi è stato incaricato da Papa Bergoglio di risolvere il conflitto russo-ucraino, su cui lui ripone grandi speranze: “Qualcosa si smuove. Sia i russi che gli ucraini hanno riconosciuto il ruolo della Santa Sede, i nunzi nelle due capitali stanno facendo un lavoro egregio. Certo, vorremmo più risultati sul ritorno dei bambini e non perderemo nessuna opportunità per farlo. Non è possibile che oltre alle armi non ci sia altro per sconfiggere la guerra“.

Progetto senza titolo 2023 12 24T120805.281
Zuppi: “Il fenomeno dell’immigrazione va gestito

Una visione un po’ ingenua, quella del Cardinale che però non perde le speranze sul coinvolgimento della comunità internazionale, che tramite il dialogo potrebbe portare importanti risoluzioni ai due conflitti in atto. Anche per i migranti le soluzioni da poter adottare sono diverse e il ruolo del Papato non deve essere trascurato.

I cristiani devono fare il possibile per salvare vite umane. Francesco non ha mai detto ‘dovete accoglierli tutti”, ma ha detto di gestire il fenomeno, ma non nei lager, come in Libia, o neanche in centri di raccolta dove restano anni senza fare nulla. Il fenomeno va gestito aiutando sia a partire con i corridoi umanitari, sia restare. Questo è il motivo per cui la Chiesa investe 80 milioni l’anno per progetti di sviluppo in Africa”, ha spiegato Don Matteo Zuppi.

In conclusione, il cardinale ha lasciato un messaggio di speranza: “Siamo confrontati con tanta disumanità, violenza, con la forza del male che sgomenta. Questi non sono solo fuori di noi e fuori del mondo, ma dentro. Proprio per questo il Natale è grande, perché Dio viene a lottare contro la morte regalando se stesso, facendosi solo amore”.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo