Il Campidoglio è finito sotto inchiesta nell’ambito di una indagine della Procura di Roma per corruzione, turbativa d’asta e frode in pubbliche forniture sugli appalti per il rifacimento del manto stradale, riguardanti anche fondi per il Giubileo. I militari della Guardia di Finanza starebbero effettuando una serie di controlli e perquisizioni, che avrebbero fatto emergere tra gli indagati anche funzionari del Comune della Capitale e due agenti della Polizia Stradale.
L’indagine riguarderebbe nello specifico un ipotetico giro di tangenti che un imprenditore romano avrebbe pagato ai pubblici ufficiali per “pilotare” una serie di appalti per lavori di manutenzione delle strade. In particolare, le Fiamme Gialle stanno perquisendo anche la sede di Astral, società interamente partecipata dalla Regione Lazio.
Leggi Anche
Il presunto corruttore
Il fascicolo aperto dalla GdF si accentrerebbe sulla figura di Mirko Pellegrini, 46 anni, nato a Roma e residente a Frascati. Si tratta di un imprenditore e proprietario di una rete di società, tra cui La Fenice srl, Ellepi srl, Cogefen srl, L.D.P Strade srl, Road 95 srl. Stando alla ricostruzione dei pm di Roma, il presunto corruttore sarebbe «promotore e organizzatore e capo di una associazione» per delinquere orientata «alla commissione di una serie indeterminata di reati tra l’altro volti a perseguire illecitamente contratti d’appalto di lavori di asfaltatura da Roma Capitale e da altri enti pubblici», ad esempio a via della Serenissima, via della Magliana e piazzale De Bosis.
Si ipotizza, inoltre, che Pellegrini sia riuscito ad ottenere incarichi anche «attraverso la formazione di falsa documentazione contabile», oltre a turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione, riciclaggio ed autoriciclaggio.
Gli indagati
Le Fiamme Gialle hanno così investigato l’attività degli uffici del Dipartimento dei Lavori Pubblici del Comune di Roma in via Petroselli. Nell’atto di inchiesta risultano indagate sei persone, tra le quali quattro dipendenti del Comune di Roma, uno appartenente alla società Astral, e due agenti della polizia stradale. Inoltre, il presunto indagato, Mirko Pellegrini, è accusato di aver elargito mazzette di denaro contante e garantito posizioni lavorative ai figli di funzionari del Comune e di Astral, nell’ottica di ottenere vantaggi nella gestione dei contratti pubblici con il fine di “pilotare” una serie di appalti.
Secondo quanto riportato da La Repubblica, il supposto imputato avrebbe controllato 15 società intestate a prestanome. Secondo la ricostruzione del procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e del sostituto Lorenzo Del Giudice, i lavori che le sue aziende svolgevano erano orientati al risparmio, con tagli dei costi sui materiali bituminosi utilizzati per l’asfaltatura del manto stradale. Di conseguenza, le superfici sono risultate sottili e fragili, con futuro deterioramento in tempo breve.
In aggiunta, secondo i pm, le indagini hanno fatto emergere un presunto accordo stabilito tra Pellegrini e due pubblici ufficiali, affinché compissero atti contrari ai doveri d’ufficio. Difatti, il patto prevedeva la libera circolazione dei camion della sua impresa senza il rischio di sanzioni nel caso di superamento dei limiti di peso per il trasporto di materiali edili.
Secondo quanto ipotizzato dalla Guardia di Finanza, in sintesi, è stato “possibile rilevare la partecipazione delle società appartenenti al ‘gruppo’ a numerose procedure di gara per lo più inerenti a lavori di rifacimento del manto stradale, con la conseguente aggiudicazione, che nella maggior parte dei casi hanno avuto quale controparte ‘Roma Capitale’ per importi di circa 100 milioni di euro“. Le intercettazioni avrebbero fatto emergere quella che sembrerebbe “l’esistenza di un unico disegno criminoso e di un’associazione per delinquere, il cui ‘dominus’ è risultato Pellegrini“.
© Riproduzione riservata