Un testamento scritto a macchina e recante la presunta firma di Silvio Berlusconi è stato depositato presso uno studio legale di Napoli da Marco Di Nunzio, un imprenditore italiano oggi residente in Colombia. Un testamento che genera scompiglio nelle eredità della famiglia Berlusconi, che effettivamente erano state un processo troppo semplice e lineare. Una spartizione non uguale, ma equa, tra i cinque figli dell’ex premier che hanno continuato a far fronte comune, almeno in pubblico.
Oggi però è un imprenditore lontano migliaia di chilometri a mettere in dubbio le basi solide della famiglia. Di Nunzio sostiene di essere stato legato a Berlusconi da una profonda amicizia, tanto che quest’ultimo ha deciso di inserirlo nel suo testamento, anche se non lo stesso che includeva i suoi figli.
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Berlusconi, un testamento apparentemente valido
Il testamento è olografo, ovvero non scritto a mano, e presenterebbe la firma del Cavaliere. Sarebbe stato stipulato in Colombia, a Barrio Espinal, il 21 settembre 2021 nello studio del notaio Jimenez Najera Margarita Rosa. Il 3 ottobre 2023, poi, è stato depositato presso un Notaio italiano del distretto notarile di Napoli, azione che ha conferito al testamento piena validità per la legge italiana, o almeno questo è ciò che ha dichiarato l’avvocato dell’imprenditore.
Il testamento prevede che Marco Di Nunzio erediti il 2% delle azioni di Fininvest, ovvero l’azienda che detiene il reparto azionario della famiglia Berlusconi, una serie di imbarcazioni, tutte le azioni della società proprietaria delle ville ad Antigua e ben 26 milioni di euro.
Un’eredità molto generosa nei confronti di un caro amico a cui però la famiglia Berlusconi non crede. Per questo dopo aver depositato l’atto legale presso il notaio di Napoli, Di Nunzio ha deciso di diffidare i cinque figli dell’ex premier.
Chi è Marco Di Nunzio
È lecito quindi chiedersi chi sia questo papabile ereditiere e come sia entrato a contatto col Cavaliere.
Marco Di Nunzio è un imprenditore piemontese, che nel 2013 si candidò alla presidenza della regione Lombardia con la lista “Movimento Bunga Bunga”, nome che ci dà una conferma immediata dell’idolatria dell’uomo per l’ex leader di Forza Italia. Purtroppo, la candidatura non andò a buon fine e il Movimento venne escluso dalla commissione della Corte d’appello di Milano per presunte irregolarità nelle firme. Ma principalmente la motivazione che avrebbe spinto Silvio Berlusconi a lasciare in eredità proprio a questo uomo parte della sua fortuna sarebbe un profondo legame di amicizia.
Oggi non è più possibile chiedere conferma della realtà di questo legame, ma possiamo attenerci alle deliberazioni degli avvocati, che avranno il compito di sbrogliare questa storia.
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