Bergamo, Ottavia Piana è libera dall’abisso del Bueno Fonteno: le 80 ore da incubo della speleologa

Sono stati 159 i soccorritori impegnati nelle operazioni di recupero, tra cui sei medici e otto infermieri, che hanno lavorato per 76 ore continuative, dandosi il cambio; le condizioni della donna sono stabili e si trova ora ricoverata all'ospedale di Bergamo

Redazione
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L’incubo di Ottavia Piana, la speleologa rimasta bloccata per circa 80 ore nell’abisso di Bueno Fonteno, in provincia di Bergamo, si è concluso questa notte alle 2:59, quando, trasportata su una barella da un gruppo di soccorritori, è uscita dalla grotta nelle vicinanze del lago d’Iseo. Le sue condizioni di salute sono stabili e si trova ora ricoverata all’ospedale di Bergamo, dove è stata trasportata da un elisoccorso intervenuto sul luogo dell’incidente.

I soccorsi avrebbero impiegato meno del previsto a recuperare la speleologa, poiché il tratto più vicino all’uscita era già stato liberato. Sono stati in totale 159 i professionisti del soccorso Alpino e Speleologico che hanno partecipato al recupero, tra cui sei medici e otto infermieri. Questi hanno riportato che Ottavia Piana è apparsa piuttosto provata, ma che nell’ultimo tratto avrebbe cercato di fare forza ai soccorritori, per dare loro la carica necessaria ad affrontare l’ultimo tratto della grotta del Bueno Fonteno.

L’incidente di Ottavia Piana

La speleologa Ottavia Piana era al lavoro insieme ad un gruppo di colleghi quando è rimasta bloccata sabato scorso all’interno della grotta Bueno Fonteno, una cavità ancora per lo più sconosciuta che si trova a nord del lago d’Iseo nel territorio della provincia di Bergamo. Alle 8 di ieri i soccorritori con la barella hanno terminato di percorrere l’inesplorato ramo secondario della grotta ed hanno raggiunto la parte conosciuta. Da questo luogo occorrono circa due ore per giungere al ramo principale e altri 30 minuti aggiuntivi per arrivare all’uscita. Bisogna tenere in conto, inoltre, che le tempistiche di movimento sono state scandite da un’ora di pausa dedicata a fornire assistenza sanitaria all’infortunata.

Il personale sanitario del Cnsas ha monitorato costantemente le condizioni di Ottavia Piana, che al momento risultano essere stabili. Fino ad ora, sono stati impiegati 159 tecnici che nella loro organizzazione hanno formato 5 squadre di soccorso, ognuna delle quali ricopre un ruolo preciso.

Alcune, infatti, sono state dedicate al trasporto della barella, altre ad anticiparne il passaggio provvedendo a disostruire dei tratti che potrebbero risultare problematici in un secondo momento. Per questa sera, invece, è stato previsto l’ingresso nella grotta della sesta squadra di soccorso, mentre quello della settima avverrà domani.

Le dinamiche dell’incidente

Come riportato dall’Eco di Bergamo, l’allarme è stato lanciato nel corso della serata di sabato 14 dicembre, intorno alle 22.30, dai suoi compagni di spedizione, una volta che questi hanno raggiunto la superficie. Immediato l’arrivo dei soccorsi, che ora sono al lavoro per comprendere in che modo liberare la donna.

I tecnici del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, provenienti da Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Piemonte, Trentino Alto Adige e Veneto, erano infatti intervenuti nell’immediato presso la grotta per recuperare la speleologa. Sembrerebbe che i soccorritori abbiano trasportato dell’esplosivo, gestito dai vigili del fuoco, così da rendere più semplice il recupero della donna. Risulta impossibile trasportare la donna con una barella, a causa degli spazi troppo angusti.

La donna sarebbe ferita e si trovava in una zona inesplorata della grotta, il che ha reso più complessi i soccorsi. Due medici hanno assistito la speleologa, certificando le fratture al volto e i traumi al torace e all’addome a seguito di una caduta. Sembrerebbe comunque che la professionista stesse esplorando una parte sconosciuta della grotta, quando avrebbe perso l’equilibrio e sarebbe scivolata in uno stretto cunicolo.

I tecnici del Soccorso alpino e Speleologico sono riusciti a definire una linea di comunicazione sicura tra l’interno e l’esterno del Bueno Fonteno. Si tratta di una linea telefonica lunga ben 3 chilometri che i soccorritori hanno posizionato lungo tutto il percorso delle operazioni di soccorso.

La zona è stata scoperta solo nel 2006 e si tratterebbe di un complesso reticolo di grotte e cunicoli nel territorio carsico del Sebino, circoscritto tra il lago d’Endine e quello di Iseo. La zona si presenterebbe talmente fitta che gli speleologi la stanno ancora mappando per intero.

Bergamo, un incidente simile solo un anno fa

In verità, Piana era già entrata diverse volte nell’Abisso Bueno Fonteno, dove ieri sera è rimasta intrappolata come accaduto il 2 luglio 2023. La socia del gruppo Speleo Cai di Lovere, e istruttrice durante le esplorazioni in grotta sottoterra, in quell’occasione rimase bloccata per due giorni con una gamba fratturata all’interno della medesima grotta a circa 150 metri di profondità.

Sembrerebbe, secondo quanto appreso dalle autorità, che la speleologa sia bloccata a quattro metri di distanza dall’uscita della grotta. Sul posto sono presenti anche vigili del fuoco e carabinieri, ma non sono al momento ancora chiare le tempistiche per la liberazione della professionista. Si apprende dagli specialisti solamente che saranno operazioni di soccorso lunghe e complesse sotto il profilo tecnico.

(Articolo in aggiornamento)

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