Una donna di origine indiana, ma residente dall’infanzia a Pedrengo in provincia di Bergamo, è stata accusata di infanticidio. L’accusa riguarda la morte sospetta di entrambe i suoi figli, una bambina di 4 mesi morta nel 2021 e un bambino di due mesi deceduto nel 2022.
Una tragedia che ha sconvolto la comunità di Pedrengo e che ha portato all’arresto della donna a seguito della sua confessione. Anche in questo caso ad eseguire l’arresto sono stati i carabinieri di Bergamo, eseguendo l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Bergamo.
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Il silenzio della donna davanti al gip
Monia Bortolotti, la donna di 27 anni accusata di aver ucciso i suoi due figli a distanza di un anno, si è avvalsa della facoltà di non rispondere davanti al giudice per le indagini preliminari.
L’interrogatorio si è svolto oggi, 7 novembre, all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove la donna era stata ricoverata dopo aver minacciato di farsi del male. La donna era in custodia presso il carcere di Bergamo.
I sospetti e l’accusa di infanticidio
La sezione operativa della compagnia carabinieri di Bergamo ha dato inizio alle indagini per infanticidio, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bergamo, a seguito della morte del secondo neonato, che sembrava molto simile a quella della prima bambina.
Nel 2021 infatti la madre aveva chiamato i soccorsi in data 15 novembre dopo aver trovato la piccola senza vita nella sua culla. In quel caso, la morte era stata registrata come dovuta ad un soffocamento causato dal rigurgito della bambina. Una morte bianca, per cui la madre della piccola non era stata giudicata colpevole.
Dopo il secondo decesso a distanza di poco meno di un anno, il 25 ottobre 2022, le coincidenze sembravano troppe. Entrambi i piccoli morti per una tremenda fatalità, a quasi gli stessi mesi di vita. In tutti e due i casi, poi, la madre era sola con i piccoli all’interno della sua abitazione e lei stessa aveva dato l’allarme, chiamando il 118.
Dopo l’autopsia del maschietto è stato deciso di riesumare il corpo della piccola, morta l’anno prima, per comprendere se il suo decesso fosse effettivamente un omicidio.
La confessione della madre
Dopo essere stata interrogata dagli inquirenti la donna, di 27 anni, avrebbe confessato entrambi gli omicidi. “Non sopportavo il loro pianto”, così si sarebbe giustificata con le forze dell’ordine dopo aver deciso di confessare gli infanticidi. Una scusa orrenda, ma che ha eliminato immediatamente ogni sospetto di depressione post-partum. Entrambi i piccoli, quindi, sarebbero stati soffocati dalla donna che non riusciva a gestire il loro pianto ininterrotto.
I carabinieri hanno infatti descritto la donna come lucida, cosciente e in grado di comprendere gli eventi che cercava di giustificare. È stata anche sottolineata l’ottima padronanza del linguaggio con cui l’indagata ha cercato di razionalizzare le sue azioni. Non è emerso, quindi nessun tipo di problema di natura psichica, ma è stata evidenziata la freddezza con cui la ventisettenne ha portato avanti la sua versione della storia, quasi non sofferente della perdita dei suoi due figli.
Una morte ingiusta che ha strappato dalla vita due vite innocenti, per mano della stessa persona che li aveva messi al mondo e che per prima avrebbe dovuto proteggerli.
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