Basovizza, vandalizzata la Foiba. Meloni: “Scritte ripugnanti, non rimanga impunito”

A poco meno di 48 ore dal Giorno del Ricordo, che si celebra il 10 febbraio in commemorazione delle vittime infoibate, sono comparse tre scritte provocatorie in lingua slava sul piazzale antecedente il Monumento

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Trieste è nostra“, “Trieste è un pozzo, “Morte al Fascismo, libertà ai popoli“. Queste le tre provocatorie scritte in lingua slava comparse in vernice rossa sul piazzale antistante il monumento della Foiba di Basovizza, a Trieste.

Un atto di vandalismo perpetuato nella notte scorsa che ha intaccato un luogo simbolo della memoria storia italiana dei massacri delle Foibe, quando morirono uccisi dai partigiani jugoslavi, militari e civili italiani autoctoni della Venezia Giulia.

Le forze dell’ordine sono prontamente intervenute sul posto per effettuare i rilievi necessari a far luce sull’atto vandalico compiuto deliberatamente in un momento storico della memoria collettiva. Al vaglio degli inquirenti le immagini delle telecamere di sorveglianza affinché si possa indagare per risalire agli autori del gesto. Al momento, squadre di una ditta specializzata sono al lavoro per rimuovere le scritte.

Immediata la reazione del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha condannato duramente il gesto scoperto questa mattina. Il premier ha sottolineato come la foiba di Basovizza sia “un luogo sacro, un monumento nazionale“, che in quanto tale deve essere solamente rispettata.

Giorgia Meloni
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni

La leader ha poi evidenziato come oltraggiare questo luogo “con scritte ripugnanti che richiamano a pagine drammatiche della nostra storia” significhi calpestare non solo la memoria dei martiri delle foibe ma “oltraggiare la Nazione intera“. Il premier ha quindi sostenuto che di fronte a questo atto di “gravità inaudita” è necessario prendere provvedimenti affinché non rimanga impunito.

La Russa: “Un vile sfregio

Un atto inaccettabile, un’offesa alla memoria e al dolore di un’intera comunità“, così il presidente del Senato, Ignazio La Russa denuncia l’atto rimarcando come vandalizzare un luogo simbolo della tragedia delle Foibe nonché farlo a ridosso della commemorazione sia un “gesto di inaudita gravità”.

Il presidente del Senato Ignazio La Russa
Il presidente del Senato Ignazio La Russa

Una vergognosa provocazione che secondo La Russa non deve rimanere impunita. “La mia solidarietà, forte e sincera – conclude il presidente – va alle famiglie delle vittime e a coloro che, giorno dopo giorno, continuano a difendere la verità storica di questa immane tragedia dall’odio, l’ignoranza e il negazionismo“.

Foiba di Basovizza, Borghi: “Prendere le distanze dal negazionismo

Anche Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, ha commentato il gesto di deturpazione del Monumento Nazionale della Foiba di Basovizza, interpretandolo come un negazionismo inaccettabile. “Ferma condanna per la vandalizzazione“, rimarca inoltre Borghi sottolineando che il ricordo è tanto forte quanto è condiviso e rispettato.

Il senatore di Iv, tra l’altro, si dice certo che tutte le forze democratiche prenderanno le distanze dall’atto riprovevole che significa il disconoscimento della tragedia delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e della pulizia etnica compiuta dai titini.

Un oltraggio alla sofferenza di chi ha vissuto quel dramma“, così, invece si esprime il presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana rimarcando l’importanza della memoria e del rispetto che dovrebbero essere “pilastri irrinunciabili del nostro vivere civile“.

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