Animali, 85mila abbandonati nel 2023: Campania, Sicilia e Lazio ai primi posti

Il problema è maggiormente riscontrato in Campania, Sicilia, nel Lazio, in Puglia e in Basilicata

Redazione
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Gli animali sono i migliori amici dell’uomo. Purtroppo però nel 2023 ne sono stati abbandonati 85 mila e circa 358 mila sono quelli randagi. Questi dati sono inspiegabili viste anche le associazioni “Animal Friendly” e gli innumerevoli spazi messi a disposizione dai vari comuni.

Anche se forse sono ancora troppo pochi. Solo il 33,3% dei comuni afferma di avere aree dedicate. Mentre ancora meno sono quelle presenti nelle aree costiere che incrementerebbero l’abbandono estivo. Solo uno su quattro ha regolamentato l’accesso in spiaggia. Le normative non sono da meno. Scarseggiano e rappresentano solo il 38,9% dei comuni quelli che possiedono delle norme che consentano una corretta gestione e mantenimento degli animali. 

Il fenomeno dell’abbandono degli animali

A contrastare il fenomeno, vengono in soccorso le agevolazioni per adottare un amico a quattro zampe. Anche se sono solo l’8,6% i comuni che ne usufruiscono. Mentre appena il 5,7% coloro che facilitano la sterilizzazione che altrimenti sarebbe a spese personali, nella condizione in cui non si è un allevamento. Sono poche anche le aziende sanitarie inoltre che prevedono questa prassi preventiva.

Nonostante ci sia stato un’incremento nel 2022 del +2,2%, arrivando solo al 52,2% delle aziende italiane, sono stati sterilizzati circa 5.041 mila cani, solo il 15,8% rispetto a quelli nel canili e 25.760 gatti pari al 5,7% di quelli nelle colonie feline in cui 193 mila gatti non risulterebbe sterilizzato.  

La causa

Il problema, diffuso in generale su tutto il territorio italiano, è maggiormente riscontrato in Campania, Sicilia, nel Lazio, in Puglia e in Basilicata dove si contano 244 mila casi di abbandono. La causa principale è la gestione e l’approccio del problema. Troppo lento rispetto alla gravità e all’emergenza del fenomeno. Appena il 34,5% dei comuni ha un atteggiamento sufficiente rispetto all’80% delle aziende sanitarie. Ciò che manca ancora è il monitoraggio, i controlli e le regolamentazioni soprattutto nelle zone marine.

Queste lacune hanno impatti significativi sull’economia. La spesa pubblica nel 2023 ha raggiunto i 248 milioni di euro, di cui 190 milioni destinati ai comuni. Ad influire molto sono i costi legati ai canili rifugio confermando le inadeguate politiche di prevenzioni che ammontano a 64,1% del totale di tutta la spesa andando a superare i fondi destinati alla gestione parchi e aree marine di 3,6 volte. Quali sono le vere limitazioni rispetto a questo fenomeno?

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