L’avvocato e amministratore di sostegno di Paolo Calissano è stato accusato di aver circuito l’attore poco prima della morte. Pare che gli abbia sottratto 500mila euro ed ora dovrà andare a processo il prossimo 3 luglio.
Matteo Minna, l’uomo accusato, pare che sottraeva soldi sia a Paolo Calissano, sia ad un’altra donna che aveva sotto la sua tutela e con quel denaro ci effettuava transazioni. Lui li ha sempre giustificati come “pagamenti di fatture“, ma queste certificazioni non sono mai state ritrovate.
Paolo Calissano, Matteo Minna a processo
Paolo Calissano è morto a Roma il 29 dicembre 2021 a causa di un mix di farmaci; i motivi di ciò che è successo sono ancora da indagare e per ora suo fratello sta indagando su cosa o chi abbia portato alla morte l’attore.
Oggi Matteo Minna, avvocato e tutore legale di Paolo Calissano, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di peculato, circonvenzione di incapace, falso ideologico e omissione d’atti d’ufficio.
Secondo gli investigatori pare che Minna abbia ripetutamente prelevato sia dai conti di Calissano sia di un’altra donna. Questi movimenti bancari spesso non sono stati rendicontati oppure, se lo sono stati fatti, tramite fatture false.
Roberto Calissano, fratello di Paolo, fuori dall’aula ha rivelato che, secondo lui, l’attore è morto anche perché disperato per aver perso quei 500mila euro: “Sono contento del rinvio a giudizio, ma lo sarei stato di più se fosse stato vivo mio fratello, se fosse stato lui a farsi le sue ragioni. Purtroppo lui non c’è più e penso che sia morto anche per un tormento interiore per tutta questa vicenda. Lui era assolutamente ignaro di quello che avveniva coi suoi fondi e gli è stato fatto credere che era colpa sua invece è stata una spoliazione da parte di altri. E di quel patrimonio svanito ne deve rispondere qualcuno“.
© Riproduzione riservata