Karla Sofía Gascón ha scritto una pagina storica per il Cinema: è la prima attrice transgender a ricevere una candidatura all’Oscar come Miglior Attrice Protagonista, grazie alla sua interpretazione nel film Emilia Pérez. Un traguardo importante, che ha però lasciato presto spazio alla bufera mediatica.
La sua ascesa è stata bruscamente interrotta da un terremoto personale e pubblico: alcuni vecchi tweet, attribuiti al suo profilo X, sono riemersi e contengono gravi insulti rivolti a musulmani, cinesi e persino a George Floyd, l’afroamericano ucciso dalla polizia e simbolo del movimento Black Lives Matter.
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Karla Sofía Gascón a cuore aperto sulla bufera mediatica che l’ha travolta
Gascón, contattata dal Corriere della Sera, ha respinto con forza ogni accusa. Ha dichiarato fermamente: “Mai detto quelle cose. Sono stata vittima dell’odio per ciò che rappresento. Qualcuno ha rubato il mio nome sui social. Sono rimasta in silenzio perché qualunque cosa avessi detto sarebbe stata strumentalizzata“.
L’attrice si è detta disarmata anche di fronte allo scetticismo dei suoi amici: “Perfino qualcuno vicino a me mi ha chiesto di confessare. Ma io non ho nulla da confessare“. Secondo Karla Sofía, la vicenda è frutto di un contesto sociale segnato da fake news e intolleranza: “È l’epoca dei fake, possono esserci dietro politici o fanatici. C’è chi non accetta che una donna trans possa competere con una donna biologica“.
Gascón ha anche ammesso di aver avuto forse toni accesi online, ma nega categoricamente qualsiasi contenuto razzista: “Posso aver imprecato, e me ne scuso. Ma non ho mai detto cose cattive. Mi hanno incastrata con parole che detesto. La diversità dovrebbe insegnarci qualcosa“.
Infine, l’attrice non risparmia critiche all’ambiente che l’ha applaudita fino a poco prima: “Il mondo del Cinema è uno specchio della società. E la società è ipocrita. Potevano attaccarmi dopo Cannes, invece hanno aspettato il mio momento di massima visibilità. Ma voglio ancora credere che i membri dell’Academy siano onesti“.
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