Spreco alimentare, perché in Italia si butta via il cibo

Redazione
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In Italia lo scorso anno lo spreco alimentare complessivo è stato pari a 13 miliardi di euro e dall’ultimo anno è aumentato dell’8%. Questi i numeri suggeriti dal Rapporto “Il caso Italia” dell’Osservatorio Waste Watcher International, che ha raccontato, tra le altre cose, dell’andamento nei consumi degli italiani. Questa la fotografia dell’Italia a pochi giorni dalla Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, in calendario lunedì 5 febbraio.

Spreco alimentare, i numeri del Waste Watcher

L’andamento osservato dal Waste Watcher è peggiore rispetto agli anni scorsi. Gli italiani stanno sprecando di più. Secondo i numeri si passa da 75 a quasi 81 grammi di cibo a persona, buttato ogni giorno nelle nostre case. Il trend mostra che si spreca di più nelle metropoli e nei grandi Comuni (+ 8%) e meno nei piccoli centri. Inoltre sprecano di più le famiglie senza figli (+ 3%).

Le motivazioni

Molto più spreconi i consumatori a basso potere d’acquisto (+ 17%), infatti sembrerebbe che chi si dichiara “povero” mangia peggio e alla fine spreca di più. È un effetto dell’inflazione che spinge verso un cibo di bassa qualità e che si deteriora prima, come accade per esempio a tutte quelle persone che comprano cibi in scadenza perché in offerta. In termini geografici infine si spreca di più a sud (+ 4% rispetto alla media nazionale) e meno a nord (- 6%).

Spreco Alimentare
Spreco Alimentare

Ad essere sprecati maggiormente sono la frutta fresca, cipolla e aglio, i tuberi, le insalate e le verdure. Si ricordi inoltre che lo spreco alimentare è uno degli obiettivi dell’Agenda 2030, che faticheremo a realizzare proseguendo di questo passo.

Spreco alimentare, le parole degli esperti

“Questo lieve rialzo nello spreco alimentare pro capite, ci permette di evidenziare la stretta connessione fra inflazione e insicurezza globale da un lato e ricaduta sociale dall’altro, fra potere d’acquisto in calo costante e conseguenti scelte dei consumatori che non vanno purtroppo in direzione della salute dell’ambiente” afferma Andrea Segrè, professore di Economia Circolare e Politiche per lo Sviluppo Sostenibile all’Università di Bologna e ideatore del LastMinuteMarket, pioniere della lotta contro lo spreco alimentare.

Necessario un cambiamento radicale in termini di abitudini di acquisto, in termini di prevenzione degli sprechi anche come risposta allo scatto inflattivo, e in termini di qualità di quello che si porta in tavola: tutto questo facendo attenzione a non sacrificare la propria salute. 

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