Gian Luca Artizzu, amministratore delegato di Sogin (Società gestione impianti nucleari), in occasione della XXIV Edizione di Italia Direzione Nord, ha annunciato la volontà dell’azienda di installare una serie di impianti di produzione di energia rinnovabile nelle strutture di smantellamento per le centrali nucleari, così da poter dare avvio anche a Data center che permettano l’analisi di dati riguardanti le risorse sostenibili e il nucleare.
“I Data center sono le novità di questi anni e saranno il proseguo anche per i prossimi anni“, ha infatti dichiarato l’Ad, sottolineando che in questi sono contenuti “tutti i dati e si trovano all’interno di strutture realizzate con terre rare, quindi sono all’interno di strutture fisiche, concrete, che si surriscaldano, che consumano tantissima energia e vanno alimentate“.
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Artizzu ha poi sottolineato che questo specifico lavoro può essere svolto solo su centrali nucleari, in quanto l’energia nucleare “è stata giudicata come l’unica fonte stabile che possa far questo lavoro, oltre alle fonti fossili“. Sulla questione si è poi espresso anche il ministro per l’Ambiente e le Risorse energetiche, Gilberto Pichetto Fratin, che ha accolto favorevolmente la proposta.
“Si tratta di un ragionamento che può essere applicabile“, ha infatti sostenuto il ministro, sottolineando che “tutti gli impianti di smantellamento hanno una rete, un collegamento con la rete di Terna (rete di trasmissione italiana dell’elettricità in alta e altissima tensione) rilevante perché robusta“, per cui è possibile “che ci sia più di un Data center, laddove abbiamo le vecchie centrali nucleari, che sono luoghi ideali per i grandi centri di elaborazione con l’intelligenza artificiale“.
Artizzu (Sogin): “Senza nucleare l’Italia rischia di essere irrilevante”
L’amministratore delegato di Sogin ha poi sottolineato come dietro a questo tipo di decisioni vi sia sempre un problema di natura etica. “La scelta se tornare al nucleare o meno è la scelta se voler avere quelle tecnologie oppure no“, ha infatti evidenziato Artizzu, spiegando che “il nucleare è una sorta di spartiacque tra chi vuol rimanere industrializzato e chi vuol diventare inconsistente“. Ad ora, l’Italia è l’unico Paese del G7 a non sfruttare il nucleare e quindi rischia di “diventare irrilevante“, come chiarito dall’Ad, che ha inoltre spiegato che uno dei cavalli di battaglia di coloro che continuano ad opporsi al nucleare sono le scorie prodotte dagli impianti.
“Le scorie delle quattro centrali che Sogin sta smontando occupano uno spazio che è grande più o meno come una stanza. Non è un problema così drammatico come sembra“, ha quindi proseguito l’amministratore delegato, che ha poi ricordato come “chi si occupa di smantellamento, si occupa anche di conduzione dell’impianto“, perché nel corso di questo tipo di operazioni, negli impianti è ancora presente il combustibile, che deve esse condotto come se fosse ancora in produzione, in quanto continua ad emettere radiazioni.
Gian Luca Artizzu ha però voluto porre in luce che “le procedure attraverso le quali Sogin smonta le centrali nucleari e gestisce il combustibile nucleari sono tali da essere talmente sicure da non lasciare nell’ambiente circostante niente di più di quanto c’è di fondo radioattivo“.
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