Melasecche al Forum delle Acque: “Il Contratto di fiume è la seconda rivoluzione di questo territorio”

I territori di Terni e Marmore sono interessati dai numerosi progetti e dalle iniziative che gli enti promotori del Forum delle Acque mettono in atto quotidianamente. Un impegno che l'assessore Enrico Melasecche ritiene fondamentale, affinché queste aree inizino ad assumere un'importanza centrale anche a livello internazionale

Redazione
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Il terzo Forum delle Acque è il fulcro della seconda rivoluzione che riguarda i territori ternani, in Umbria, come conferma l’assessore regionale Enrico Melasecche, intervenuto nella due giorni che il 27 e 28 settembre si è svolta a Terni e Marmore. “Tre anni fa quando venne fuori l’idea a qualche amico di fondare questa “organizzazione”, io dissi che era opportuno non fermarsi al primo anno ma che questa diventasse la prima di una lunga serie” ha ricordato l’assessore, intervenuto nel corso dell’evento che celebra la risorsa Acqua e le iniziative che intorno ad essa stanno prendendo vita sul territorio.

Il Contratto di fiume è la grande novità che quest’anno interessa il Forum, ormai giunto ad una dimensione internazionale che ne permette uno sviluppo ben maggiore e soprattutto di concretezza sul territorio. “Oggi finalmente si crea un contenitore che possa programmare, lanciare idee, che possa sponsorizzarle, a cui possono aderire comuni e gli enti, ma soprattutto i cittadini che fino ad oggi non hanno avuto mai voce in capitolo in un settore come questo, importantissimo soprattutto per il territorio di Terni” ha sottolineato con orgoglio Melasecche, trai promotori di un’iniziativa che è sempre più radicata nei territori che interessa.

L’acqua è uno degli elementi imprescindibili per la vita umana e allo stesso tempo è un elemento indomabile che in questi anni, purtroppo, sta dimostrando all’uomo la sua pericolosità. I progetti dell’Eco museo Terre di Hydra e del Museo Multimediale Hydra, presentati nel corso del Forum delle Acque, dimostrano come l’interesse e il rispetto nei confronti di questa risorsa possano creare un rapporto sempre più stretto e consapevole tra uomo e natura, che permetta una coesistenza pacifica e soprattutto sicura.

Nell’ambito del Forum oggi abbiamo uno strumento in più che è quello del Contratto di fiume che permette finalmente di mettere a terra progetti, idee, attrattive di finanziamento” ha sottolineato l’assessore regionale, evidenziando come già in passato questi territori siano stati interessati da una consistente analisi della risorsa Acqua e delle sue possibilità di sviluppo nel territorio. Parlando di seconda rivoluzione delle acque, Melasecche ricorda come decenni fa la prima abbia portato un ingente cambiamento nei territori ternani, in particolare con la chiusura del sito delle Cascate delle Marmore, rese a pagamento per proteggerle e soprattutto per renderle una risorsa indispensabile per il territorio.

Il risultato è di un’evidenza assoluta: 5 milioni di incassi da parte del comune di Terni, più tutto l’indotto che ruota intorno a quell’idea, a quel progetto che è ormai ampiamente strutturato” ha spiegato Melasecche, chiarendo che ad oggi nel corso della seconda rivoluzione sono molteplici i nuovi progetti che si sviluppano proprio in questo senso. Tra i progetti da tenere in considerazione, l’assessore ha citato la ciclabile Staino-Cascata delle Marmore e quella tra Terni e Narni, create in concomitanza con le scadenze del Giubileo e con l’anniversario di San Francesco.

Questi grandi successi, però, non devono fermare la voglia di “fare” su questi territori, la volontà di concretizzare progetti che possono rivelarsi efficaci per lo sviluppo di un territorio che presenta immense risorse e possibilità. Enrico Melasecche ha quindi esortato le istituzioni e gli enti del territorio a continuare su questa strada, concretizzando i nuovi progetti su cui in questi mesi si sta lavorando, come “come il progetto Water Way che è quello che unisce di fatto il parco naturalistico, non in senso giuridico ma in senso manageriale e di sviluppo della cascata con quello di Piediluco“. Solo in questo modo si potrà continuare a “diffondere la bellezza di un territorio che in tutti questi anni ha visto solo convegni e ben poche concretizzazioni“.

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