La foresta amazzonica sta morendo: il 2050 sarà il punto di non ritorno

La foresta amazzonica è in serio pericolo. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature, è necessario agire in fretta per arginare i fenomeni stressori che continuano a pesare sul benessere della foresta prima che sia troppo tardi, ovvero, prima dell'anno 2050

Redazione
3 Min di lettura

Un recente studio ha sollevato un allarme sulle condizioni critiche in cui versa la foresta amazzonica, la vasta foresta pluviale ricca di biodiversità che copre gran parte del Sud America. Condotta dall’Università Federale di Santa Catarina in Brasile, in collaborazione con gli scienziati dell’Università di Birmingham nel Regno Unito, la ricerca ha esaminato gli impatti del riscaldamento globale, delle precipitazioni regionali e della deforestazione sull’ecosistema amazzonico.

Le minacce per il benessere della foresta

Secondo lo studio, l’Amazzonia si trova ad affrontare una serie di fattori di stress senza precedenti, che potrebbero portare la foresta a un punto di non ritorno nel giro di pochi anni. Tali fattori, combinati insieme, sarebbero capaci di innescare un collasso parziale o totale dell’ecosistema, con conseguenze devastanti non solo per la biodiversità della regione, ma anche per il clima globale.

Il professor Bernardo Flores, uno degli autori principali dello studio, ha sottolineato l’urgente necessità di affrontare i cambiamenti climatici e i fenomeni atmosferici che attentano al benessere della foresta. “Le perturbazioni composte sono sempre più comuni all’interno del nucleo dell’Amazzonia” afferma Flores, “se questi disturbi agiscono in sinergia, potremmo osservare transizioni ecosistemiche inaspettate in aree precedentemente considerate resilienti“.

I pericoli del collasso della foresta

Il rapporto ha identificato diverse possibili evoluzioni dell’ecosistema amazzonico in risposta allo stress climatico e ambientale. Tra queste, vi sono scenari in cui l’ecosistema è in grado di riprendersi, seppur rimanendo intrappolata in uno stato di degrado dominato da piante opportunistiche infestanti. Tuttavia, esiste anche il rischio concreto di un collasso irreversibile, dove la foresta non riesce a rialzarsi e rimane in uno stato di chioma aperta e infiammabile.

Ciò che rende questa ricerca particolarmente allarmante è il ruolo cruciale che l’Amazzonia svolge nel sistema climatico globale. La foresta amazzonica è un fabbrica di ossigeno di dimensioni gigantesche, in grado di purificare l’aria immagazzinando enormi quantità di anidride carbonica. Tuttavia, proprio a causa di questa capacità di immagazzinamento di CO2, qualora l’ecosistema dovesse morire, il rilascio del carbonio potrebbe accelerare ulteriormente il riscaldamento globale, creando un ciclo pericoloso capace di mettere a rischio gli equilibri climatici del nostro pianeta.

La dottoressa Adriane Esquivel-Muelbert, coautrice dello studio, ha sottolineato che il cambiamento climatico sta mettendo a dura prova la resilienza delle foreste amazzoniche. Le temperature sempre più alte, le siccità estreme e gli incendi sono solo alcuni degli stressori che minacciano la stabilità dell’ecosistema, e richiedono un’intervento tempestivo e mirato. Secondo gli studiosi, il successo degli sforzi di conservazione dipenderà da una combinazione di azioni locali e globali, compresa la cooperazione tra i Paesi amazzonici per ridurre la deforestazione e le emissioni globali di gas serra.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo