Emergenza clima: Italia da bollino rosso con 378 eventi estremi

Dal 2018 ad oggi il numero dei fenomeni climatici intensi in Italia è aumentato del 155%; l'emergenza climatica prosegue e Legambiente richiede un piano per la prevenzione

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Anche quest’anno il bilancio dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente dipinge un quadro ambientale che genera preoccupazione, in particolare per i fenomeni climatici estremi che continuano a verificarsi sul nostro territorio, portando con sé devastazioni e purtroppo anche costi sul piano delle vite umane.

Sono stati 378 gli eventi che nel 2023hanno provocato impatti e danni nei territori e che hanno causato la morte di 31 persone” come riporta l’Osservatorio, sottolineando come questi eventi abbiano avuto un incremento del 22% rispetto allo scorso anno. Inoltre, per la prima volta dal 2010, ovvero da quando l’Osservatorio ha dato inizio ai suoi bilanci, il numero dei fenomeni climatici intensi ha superato quello dei giorni dell’anno.

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Dal 2018 ad oggi il numero dei fenomeni climatici intensi è aumentato del 155%

Dati che spaventano ma che più di tutto confondono, soprattutto se si considera che tra il 2021 e il 2022 la percentuale di incremento era del +65%. La situazione climatica sta migliorando? Crediamo ancora che il cambiamento climatico sia solo un’invenzione? Domande lecite, che però hanno una giustificazione individuabile nella curva di crescita non sempre stabile di questi fenomeni, che tende ad un aumento variabile ma non prevedibile. In soli 5 anni, dal 2018 ad oggi, infatti, il numero dei fenomeni climatici intensi in Italia è aumentato del 155%.

I dati di Legambiente sugli eventi climatici estremi dal 2018 ad oggi

Il rapporto Città Clima dell’Osservatorio di Legambiente analizza i dati sui fenomeni climatici intensi sul territorio italiano a partire dal 2010. I bilanci annuali da loro realizzati valgono come risposta ai quesiti e alla confusione riguardante l’impatto umano sull’ambiente e su tutto ciò che concerne il nostro clima.

I fenomeni intensi nel 2022 sono stati 310, mentre l’anno precedente “solo” 187, con un incremento percentuale del 65%, il più alto dal 2018 ad oggi. Un aumento esponenziale che è andato a rovinare l’andamento di decrescita che invece si era registrato dal 2020 al 2021, in cui invece di un aumento è stata registrata una diminuzione del 27% dei fenomeni climatici intensi.

Un dato che sembra stonare con il resto delle percentuali, tutte in crescita, ma che non può comunque essere considerato una vittoria. I 187 eventi estremi registrati nel 2021 sono comunque un dato oltre la media, che ha provocato danni ingenti a cose e persone. Inoltre, per entrare più nello specifico tra il 2020 e il 2021 si sono comunque registrati degli incrementi percentuali, nei casi di danni da grandinate intense (17 nel 2021 rispetto ai 9 del 2020), e per quanto riguarda le frane da piogge intense (13 nel 2021 rispetto alle 10 del 2020). Come riporta l’Ispra, inoltre, il 2021 è stato “il sesto anno più caldo sia della serie di temperatura media annuale sulla terraferma e sia della serie di temperatura media annuale su terraferma e oceani insieme“.

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Il 2021 è stato il sesto anno più caldo

Già nel passaggio dal 2018 al 2019, però, si nota un incremento dei fenomeni climatici più stabile, con un +6% che però a distanza di un solo anno si trasforma in un +52%. Un salto sicuramente non di qualità che dimostra però quanto la curva del cambiamento climatico sia variabile e imprevedibile e come uno studio ponderato e accurato di questi dati sia fondamentale per avere un quadro chiaro della situazione.

Un 2023 da bollino rosso secondo Legambiente

Nel 2023 si sono verificati 118 casi di allagamenti e alluvioni da piogge intense, 82 casi di danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 39 di danni da grandinate, 35 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 26 danni da mareggiate, 21 di danni da siccità prolungata, 20 casi di temperature estreme in città, 18 casi di frane causate da piogge intense, 16 eventi con danni alle infrastrutture e 3 eventi con impatti sul patrimonio storico” riporta l’Osservatorio Città Clima di Legambiente che descrive un quadro preoccupante dei fenomeni climatici che si stanno abbattendo sul nostro Paese.

Quasi tutti i fenomeni presi in considerazione hanno subito un aumento percentuale rispetto al 2022, con un +170% di esondazioni fluviali (da 13 nel 2022 a 35 nel 2023), +64% di frane da piogge intense (da 11 nel 2022 a 18 nel 2023), +44% di danni da mareggiate (da 11 nel 2022 a 18 nel 2023), +34,5% di danni da grandinate (da 29 nel 2022 a 39 nel 2023) e un +12,4% di danni da allagamento (da 105 nel 2022 a 118 nel 2023).

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Roma la città più colpita da eventi meteo estremi

Tra le province più colpite sul territorio italiano, al primo posto Roma con 25 eventi meteo estremi, Ravenna con 19, Milano con 17, Varese con 12, Bologna e Torino con 10. Un anno di emergenze e stragi, come confermano i 31 morti registrati in Italia a causa di questi eventi intensi e fuori dalla norma, che richiedono un intervento sempre più specifico e non solo mirato al riparo dei danni ma soprattutto alla prevenzione.

È necessario uscire dalla logica dell’emergenza per intraprendere piani che gestiscano i territori e diano soluzioni sul lungo periodo. Per questo Legambiente ha richiesto la creazione di “una roadmap climatica nazionale non più rimandabile, fondata su tre pilastri: il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici; una legge contro il consumo di suolo e per la rigenerazione urbana; superare la logica dell’emergenza agendo invece sulla prevenzione“.

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