Nordio promette 20mila detenuti in meno: “Però non posso anticipare nulla”

Il ministro della Giustizia ha deciso di mantenere i suoi segreti, in attesa dell'incontro con il presidente Mattarella sul tema carceri. Secondo le parole di Nordio esisterebbero proposte risolutive per l'emergenza carceraria, ma fino al vertice col capo dello Stato non sarà possibile annunciarle

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Il governo potrebbe aver trovato la soluzione per ridurre la popolazione carceraria e porre fine all’emergenza di queste strutture, affollate da migliaia di detenuti e private dei dipendenti a loro necessari. Lo ha affermato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in un’intervista al Corriere della Sera. Il ministro è stato piuttosto sfuggevole su alcuni punti, tra cui il contenuto delle nuove norme che potrebbero diminuire i carcerati, così come sulle sue azioni compiute durante il voto sul ddl Nordio in Parlamento, eppure la promessa rimane anche senza specifiche sulle tempistiche.

Abbiamo progetti che vogliamo illustrare al Capo dello Stato” ha dichiarato il ministro della Giustizia, sottolineando che “sarebbe irriguardoso anticiparli qui“. L’opinione pubblica, quindi, dovrà fidarsi delle parole di Nordio, che per accontentare i più curiosi decide di riproporre due delle soluzioni di cui si parla ormai da mesi: “Se mettiamo assieme la possibilità per i tossicodipendenti di andare in altre strutture, con quella di far tornare nel proprio Paese i detenuti stranieri, possiamo arrivare a 15-20mila detenuti in meno“.

Anche stavolta non ci sono novità, o almeno non ci sono novità che possano essere pubblicate, e intanto nelle carceri il caldo continua a sfiancare le speranze che questo governo abbia realmente tra le sue priorità il voler ridare una pena umana a tutti coloro che si trovano a scontare la loro pena in Italia.

Nordio sul nodo della carcerazione preventiva

Il ministro della Giustizia ha affrontato anche la questione piuttosto confusa della carcerazione preventiva, ovvero uno dei nodi che rischierebbe di fratturare la maggioranza. Il caso Giovanni Toti ha ovviamente giocato la sua parte nella questione, aprendo un capitolo giudiziario che potrebbe non chiudersi tra poco. “La necessità di una riforma sul tema è sentita da tutta la maggioranza” ha dichiarato Carlo Nordio, sostenendo che sia necessario insistere sul “requisito della reiterazione del reato“.

Il pericolo non può essere desunto dal rimanere in carica dell’amministratore pubblico accusato di corruzione” ha sottolineato Nordio, ricordando anche che vi saranno enormi differenze a seconda dei reati compiuti. “Ovviamente per i rapinatori, stupratori corrotti e autori di altri gravi reati la carcerazione preventiva rimarrà“, ma ciò di cui più c’è bisogno “è definire meglio i presupposti per la sua applicazione“.

Enrico Costa
Enrico Costa (Azione)

Incalzato sulla proposta di Enrico Costa di Azione, che vorrebbe togliere il rischio di reiterazione del reato per tutti gli incensurati, Nordio è stato molto chiaro: “L’onorevole Costa fa parte dell’opposizione ed è suo diritto proporre ciò che gli pare. Certamente essere incensurati di per sé non può costituire una limitazione. Ma un po’ tutta la materia va rivista“.

Nordio sulle accuse delle opposizioni

Carlo Nordio ha tentato di sradicare le accuse nei confronti del governo, che lo vedrebbero affrontare una crisi estiva, causata in parte dalle riforme della giustizia e delle carceri. “Si tratta di falsità” ha infatti tuonato il ministro, aggiungendo che “non vi è mai stata sintonia migliore con Giorgia Meloni, come dimostrato dall’ultimo vertice a Palazzo Chigi“. Secondo Nordio, quindi, queste voci di corridoio sarebbero solo “pii desideri di chi sa chi, per la prima volta, faremo riforme radicali“.

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Secondo il Guardasigilli, anche i dissidi interni alla maggioranza non sarebbero reali perché “da sempre i tre partiti hanno avuto sensibilità lievemente diverse” su cui però “si cerca di trovare seriamente una sintesi“. Sulla richiesta di un colloquio con il presidente della Repubblica, Nordio ha voluto specificare che la decisione non è stata presa individualmente dalla sua figura, ma in collaborazione con le altre forze della politica, incontrate a Palazzo Chigi. Secondo il ministro, inoltre, la buona notizia che si evince da questa situazione è che le opposizioni potrebbero aver finito gli argomenti di accusa, perché “definire uno sgarbo la richiesta di incontro con Mattarella è un’accusa bizzarra“.

Il Guardasigilli non nasconde poi una certa confusione sulle azioni del deputato di Italia Viva Roberto Giachetti, che ha deciso di denunciare Nordio e i sottosegretari alla Giustizia per inerzia contro i suicidi in carcere. Nordio definisce la questione una stravaganza estiva” e si dice “sorpreso” che “forze che hanno sempre auspicato una divisione tra politica e giustizia intendano portare davanti alla magistratura un problema eminentemente politico“.

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