Eccidio di Stazzema, Mattarella: “La Repubblica qui riconosce le sue radici”

"Il baratro nel quale allora sprofondò l’umanità ha reso questi luoghi un sacrario europeo del dolore, e un simbolo di riscatto di quella rinascita umana e civile che ha saputo opporsi alla barbarie, generando democrazia, libertà, pace,  laddove si voleva cancellare ogni speranza" ha dichiarato il Presidente della Repubblica

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Ottanta anni fa, il 12 agosto 1944, 560 persone furono trucidate da squadroni di SS a Sant’Anna di Stazzema, in provincia di Lucca. Morirono 130 bambini, fuggiti insieme alle loro famiglie dagli orrori della guerra. A 80 anni di distanza è vietato dimenticare e le cerimonie annuali che si svolgono nel luogo dell’eccidio servono a tenere vivo il ricordo e soprattutto fungono da monito alle generazioni attuali, affinché gli orrori del passato non si ripetano.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deciso di intervenire, definendo questa “una giornata di memoria, di raccoglimento, di testimonianza” che ricorda “uno degli eccidi  più spietati della Seconda Guerra Mondiale” in cui “vennero uccisi senza pietà, donne, anziani, bambini, sfollati che pensavano di aver trovato rifugio sottraendosi ai combattimenti“. Una strage che lascia una ferita aperta nel Paese, che fatica a rimarginarsi davanti agli orrori delle guerre che non si arrestano ai confini dell’Europa.

Davanti alla paura di un conflitto più grande, che interessi anche i cittadini occidentali, l’Italia ricorda coloro che sono morti nei conflitti del passato. Innocenti che hanno dato la vita e che ancora oggi sono ricordati, nella speranza che il loro sacrificio sia l’ultimo della storia del Paese. “Il baratro nel quale allora sprofondò l’umanità ha reso questi luoghi un sacrario europeo del dolore, e un simbolo di riscatto di quella rinascita umana e civile che ha saputo opporsi alla barbarie, generando democrazia, libertà, pace,  laddove si voleva cancellare ogni speranza” ha infatti sottolineato il Presidente della Repubblica.

Stazzema, Mattarella: “La guerra non risolve le controversie

Fu la guerra portata alle popolazioni civili, lo sterminio di comunità locali incolpevoli“, così il presidente Mattarella ricorda quanto accaduto a Sant’Anna di Stazzema, ponendo l’accento sulle conseguenze che questa strage ha provocato nel nostro Paese. “Una grande eredità morale è stata lasciata dai sopravvissuti” ha infatti dichiarato il capo dello Stato, aggiungendo: “La Repubblica qui può riconoscere le proprie radici“.

Anche per questo, il presidente sottolinea che “ai discendenti e alle genti di Stazzema, che rinnovano oggi il dolore della propria comunità per lo sterminio dei propri cari, va il sentimento commosso dell’intera Nazione“. Le radici che la cultura del Paese ha iniziato a fondare dagli eventi di Sant’Anna di Stazzema, sono le stesse che secondo Mattarella “oggi ci spingono a respingere le ragioni della guerra come strumento di risoluzione delle controversie“.

Da qui nasce la convinzione che “il testimone della memoria e dell’impegno continuerà, come a Sant’Anna di Stazzema, a passare di mano in mano, per ricordarci che si tratta di crimini imprescrittibili, per accompagnarci sulla strada della civiltà e della pace, sconfiggendo chi fa crescere l’odio“.

Stazzema, il cordoglio della politica

Oltre al presidente della Repubblica, sono stati diversi i politici che hanno voluto ricordare l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, ponendo l’accento sulla necessità di non perdere la memoria, affinché gli avvertimenti del passato vengano per sempre tramandati al futuro. “L’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, 80 anni fa, è stato uno dei crimini più brutali commessi dai nazifascisti in Italia. Fu un’azione premeditata per sterminare la popolazione civile, senza risparmiare donne, anziani,  bambini” ha dichiarato il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, aggiungendo: “La memoria è un dovere da coltivare per costruire un futuro di  pace, responsabile e immune da simili atrocità“.

Il presidente della Camera Lorenzo Fontana
Il presidente della Camera Lorenzo Fontana

Si è unito al coro di cordoglio anche il vicepresidente della Camera, Anna Ascani, che ha definito l’eccidio di Stazzema “una delle stragi di civili tra le più efferate di tutto il secondo conflitto mondiale” che necessita che “la memoria sia oggi autentica militanza e strumento d’amore per la pace e la fratellanza tra i popoli“. Il ministro per le Riforme, Elisabetta Casellati, ha invece evidenziato che “per onorare la memoria delle vittime, in un mondo minacciato da nuovi conflitti e divisioni” è necessario “riaffermare con forza l’impegno per la pace, la libertà e la giustizia, opponendoci a ogni forma di violenza” perché “sono questi i valori con cui l’Italia e l’Europa seppero risorgere dalle macerie della guerra“.

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