Il nodo della custodia cautelare, collegato sia al tema dell’emergenza carceri che a quello della riforma della giustizia, continua a far discutere la politica, che sembrerebbe prevalentemente d’accordo sulla necessità di una revisione della norma che gestisce la carcerazione preventiva nel nostro Paese. Un sostegno alla questione è stato dato dal delicatissimo caso Toti, che ha visto il governatore della Regione Liguria tenuto agli arresti domiciliari per quasi tre mesi a causa del pericolo della reiterazione del reato. Solo a seguito delle sue dimissioni, infatti, il politico è potuto tornare libero, consapevole però che la sua carriera come presidente della Liguria fosse ormai conclusa.
A ridosso della pausa estiva, i deputati italiani continuano a lavorare sulla questione, consapevoli della necessitò di un cambiamento che renda meno confuse le norme che regolano la carcerazione preventiva. “L’eccessivo ricorso alla custodia cautelare e la regolamentazione delle intercettazioni sono i reali problemi da affrontare” ha sostenuto infatti il deputato Tommaso Antonino Calderone, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustiza alla Camera, aggiungendo che “la custodia cautelare si è trasformata in una anticipata espiazione della pena“.
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Non solo Forza Italia, sono diversi i partiti che stanno iniziando a schierarsi sulla questione. Durissime le parole di Enrico Costa, deputato di Azione, che ha ricordato come i dati sulla carcerazione preventiva in Italia siano inquietanti, così come quelli riguardanti i provvedimenti nei confronti dei magistrati che abusano delle misure cautelari. Il tema, quindi, si preannuncia piuttosto spinoso e il ministero della Giustizia dovrà comprendere come affrontarlo al meglio, per migliorare la macchina giuridica italiana.
Giustizia, Costa: “I magistrati non pagano per arresti ingiusti“
“A proposto di abusi della custodia cautelare, è interessante occuparsi delle sanzioni disciplinari ai magistrati che arrestano ingiustamente” ha dichiarato il deputato di Azione Enrico Costa, sottolineando che tali sanzioni “sono comminate solo nello 0,2% degli errori“. Su tale punto, secondo il deputato, è necessario “agire normativamente” anche per evitare sprechi economici che pesano sulle casse dello Stato.
“Prendiamo gli ultimi anni, dal 2018 al 2023: sono state risarcite dallo Stato ben 4.368 persone ingiustamente arrestate, per una somma complessiva di 193.547.821 euro. Tanti errori, quindi. Ma paga solo lo Stato” ha spiegato Costa, ribadendo come “i magistrati non paghino praticamente mai sul piano disciplinare“. Il deputato ha poi voluto sottolineare che le azioni del governo in questo campo sono state quasi nulle, perché “di azioni disciplinari su casi di ingiusta detenzione ne sono state avviate dal Ministero della Giustizia una nel 2022 e tre nel 2023“. Secondo Costa il motivo di questa situazione risiede nella scelta di “aver messo l’ispettorato del Ministero della Giustizia nelle mani dei magistrati fuori ruolo“.
Ciriani: “Sulla custodia cautelare si valuterà senza particolare urgenza“
Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata di Forza Italia, ha sottolineato sul tema che “la carcerazione preventiva deve essere l’extrema ratio” mentre “oggi è diventato uno strumento di pressione per rendere eclatanti alcune inchieste“. Allo stesso tempo, però, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, non sembra particolarmente preoccupato dalla questione che sta scuotendo la politica in questi giorni.
Secondo il ministro infatti, prima di procedere ad una modifica della norma “se ne parlerà con il ministro Nordio all’interno della maggioranza“. Ciriani ha ricordato poi come la sensibilità sul tema sia stata innescata dal caso di Giovanni Toti, ma che per ora ci sono solo ipotesi e non testi scritti. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento ha dichiarato che la vicenda sarà “valutata bene, con prudenza, senza particolare urgenza“.
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