Tajani sulla tregua a Gaza: “Sosteniamo l’iniziativa di Usa, Qatar ed Egitto”

"È cruciale restituire una prospettiva politica di pace e stabilità in Medio Oriente" ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani

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Il prossimo 15 agosto una delegazione israeliana si incontrerà con i mediatori di Usa, Qatar ed Egitto per concordare i dettagli dell’accordo per il cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi, come riferito dall’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. “È tempo di fornire sollievo immediato sia alla popolazione sofferente di Gaza che agli ostaggi e alle loro famiglie” si legge nelle nota firmata dal presidente Joe Biden e dai suoi omologhi dell’Egitto e del Qatar, Abdel Fattah al Sisi e Tamim bin Hamad Al Thani.

Joe Biden, attentato Donald Trump
Il presidente Usa Joe Biden

A seguito dell’annuncio di Israele, l’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell ha dichiarato che l’Unione Europea ha l’intenzione immediata di unirsi ai negoziatori nel loro appello per “concludere senza indugio l’accordo di cessate il fuoco liberazione degli ostaggi“. Borrell ha poi aggiunto: “Ribadiamo il nostro pieno sostegno alla loro mediazione per porre fine all’insopportabile ciclo di sofferenza. L’accordo aprirà anche la strada alla de-escalation a livello regionale“.

Per quanto riguarda il nostro Paese, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sostenuto: “Non c’è tempo da perdere. Sosteniamo con forza l’iniziativa del Presidente Usa con i leader di Egitto e Qatar per arrivare rapidamente ad un cessate il fuoco a Gaza ed alla liberazione degli ostaggi. È cruciale restituire una prospettiva politica di pace e stabilità in Medio Oriente“. Si apre quindi uno spiraglio di speranza per la conclusione dei conflitti in Medio Oriente, a seguito di giorni concitatissimi in cui si temeva che un’escalation senza precedenti avrebbe investito la Regione.

L’ipotesi della pace in tre tempi a Gaza

Seguendo la proposta degli Stati Uniti e dei mediatori, Israele invierà la delegazione negoziatrice il 15 agosto in un luogo da definire per riassumere i dettagli dell’attuazione dell’accordo quadro” è quanto dichiarato dalla nota ufficiale dello Stato ebraico, con cui è stata ufficializzata l’apertura del Paese nei confronti di nuovi negoziati. Dallo scoppio della guerra, a fine novembre, è stato raggiunto solo un cessate il fuoco di una settimana, che ha consentito il rilascio di 105 ostaggi in cambio di 240 prigionieri palestinesi.

Benjamin Netanyahu, a Gaza scarcerato direttore Al-Shifa
Benjamin Netanyahu, premier di Israele

I negoziati per una nuova tregua sono stati bloccati dalla richiesta di Hamas che il cessate il fuoco fosse definitivo e dall’insistenza del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di riprendere i combattimenti finché il gruppo islamico non sarà “estinto“. Da quel momento, i Paesi mediatori hanno continuato a cercare di raggiungere un cessate il fuoco che consenta l’ingresso massiccio di aiuti umanitari nell’enclave palestinese, così come il rilascio dei 11 ostaggi nelle mani di Hamas.

Il nuovo accordo da proporre alle due parti si basa sui principi delineati dal presidente Biden il 31 maggio 2024 e sostenuti dalla risoluzione 2735 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Secondo tali linee guida l’accordo sarà diviso in tre parti. La prima prevedrebbe sei settimane di cessate il fuoco completo, durante le quali le truppe israeliane dovrebbero ritirarsi dalle aree popolate della Striscia di Gaza e in cui diversi ostaggi saranno scambiati.

La seconda fase prevede un accordo tra Hamas e Israele per raggiungere “la fine definitiva delle ostilità” e il rilascio completo degli ostaggi. La terza e ultima fase comprenderebbe un “grande piano di ricostruzione” per l’enclave palestinese e la restituzione dei corpi degli ostaggi assassinati.

Hamas chiede la liberazione di Barghouti e Usa accettano

L’organizzazione di Hamas avrebbe richiesto la liberazione di Marwan Barghouti e dei capi delle fazioni palestinesi durante la prima fase dell’accorso per la liberazione degli ostaggi israeliani e il cessate il fuoco a Gaza. Secondo la rete in lingua araba di Sky News, “la richiesta è stata accetta e sostenuta dagli Usa e dai mediatori di Egitto e Qatar“. Secondo la stesa fonte, Barghouti governerà la Giudea, la Samaria e Gaza alla fine del conflitto.

Sembrerebbe, infatti, che Hamas abbia chiesto il rilascio di Barghouti poiché la milizia islamica sa di non poter tornare al potere a Gaza e vede nell’ex capo della fazione terroristica Tanzim di Fatah un utile alleato di cui fidarsi per gestire la Striscia. Al momento Barghouti starebbe scontando cinque ergastoli in una prigione israeliana per aver preso parte alla pianificazione di tre attacchi terroristici in cui morirono cinque israeliani durante la Seconda Intifada.

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