Il virus monkeypox, noto come vaiolo, si sta diffondendo in un’area molto ampia dell’Africa subsahariana mostrando una potenzialità di diffusione notevole. Ciò ha portato all’attenzione da parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) per valutare meglio i rischi.
Per l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento, ha commentato la decisione dell’Oms di riunire il comitato di emergenza per valutare se dichiarare di nuovo il vaiolo un’emergenza sanitaria internazionale (Pheic).
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Quando un’emergenza richiede l’interesse globale
Tuttavia, l’epidemiologo Lopalco ha ritenuto importante definire cosa si intende per emergenza sanitaria di interesse internazionale “un evento diventa Pheic nel momento in cui assume le potenzialità di diffusione internazionale”.
Inoltre, evidenzia che è importante che si prendono misure per limitarne la diffusione: la dichiarazione di Pheic comporta alcuni automatismi che obbligano gli Stati, per esempio, a mettere in atto un sistema di sorveglianza che permette di notificare i casi direttamente all’Oms che assume un ruolo importante di coordinamento.
Vaiolo delle scimmie, cos’è
Il vaiolo delle scimmie, noto anche come Monkeypox, è una malattia virale rara causata dal virus del vaiolo delle scimmie, un membro della famiglia Poxviridae. Anche se il nome suggerisce una connessione diretta con le scimmie, il virus è stato scoperto per la prima volta in queste, ma i principali serbatoi naturali sembrano essere i roditori e altri piccoli mammiferi.
Sintomi
I sintomi del vaiolo delle scimmie sono simili, ma meno gravi, a quelli del vaiolo umano, malattia eradicata nel 1980. Dopo un’incubazione che dura tra 5 e 21 giorni, i sintomi iniziali includono febbre, mal di testa, dolori muscolari, linfonodi ingrossati e stanchezza. Successivamente, si sviluppa un’eruzione cutanea che progredisce da macule a papule, vescicole, pustole e infine croste. L’eruzione inizia spesso sul viso e si diffonde ad altre parti del corpo, compresi i genitali.
Trasmissione
Il virus si trasmette agli esseri umani principalmente attraverso il contatto con fluidi corporei, lesioni cutanee o materiali contaminati, ma anche attraverso goccioline respiratorie durante un contatto prolungato faccia a faccia. La trasmissione da persona a persona, sebbene possibile, è meno comune rispetto alla trasmissione animale-uomo.
Storicamente, il vaiolo delle scimmie è stato limitato ad alcune regioni dell’Africa centrale e occidentale, dove è considerato endemico. Tuttavia, negli ultimi anni, sono stati segnalati focolai in altre parti del mondo, inclusi Europa e Nord America, sollevando preoccupazioni globali.
Prevenzione e trattamento
La prevenzione del vaiolo delle scimmie include evitare il contatto con animali potenzialmente infetti e con persone che mostrano i sintomi. Il vaccino contro il vaiolo umano offre una certa protezione anche contro il vaiolo delle scimmie. Per quanto riguarda il trattamento, la gestione della malattia è principalmente di supporto, poiché non esistono terapie specifiche approvate, anche se alcuni antivirali possono essere efficaci. La maggior parte delle persone guarisce senza gravi conseguenze, ma in alcuni casi, specialmente tra persone immunocompromesse, la malattia può essere grave.
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