Botero a Roma, nel centro storico accolte 8 statue dell’artista

Le otto istallazioni, otto statue giganti inserite nel contesto urbano, sono distribuite da creare un percorso. Il luogo di partenza è la  Terrazza del Pincio fino ad arrivare a piazza Mignanelli

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Quale migliore cornice di Roma per ospitare una mostra? In un percorso nel centro storico della Capitale, nelle piazze più caratteristiche, sono accolte otto statue, monumentali creazioni di Fernando Botero. La mostra, “Botero a Roma” è stata curata da Lina Botero insieme alla Fernando Botero Foundation e con la partecipazione del Cigno GG Edizioni, BAM Eventi d’arte e Il Cigno Arte, ha l’intenzione di omaggiare l’artista colombiano scomparso nel 2023. La particolare caratteristica che definisce le statue, nella loro forma rotondeggiante si fonde nella città potendoci quasi entrare in contatto e ammirarle da vicino. 

Il percorso 

Le otto istallazioni, otto statue giganti inserite nel contesto urbano, sono distribuite da creare un percorso. Il luogo di partenza è la  Terrazza del Pincio dove è possibile ammirare oltre al panorama mozzafiato, anche Donna Distesa, 2003 e la Venere Addormentata, del 1994. L’itinerario continua poi a Piazza del Popolo dove sono presenti Adamo ed Eva posizionati presso l’Obelisco Flaminio.

Il terzo punto dell’itinerario è Via del Corso, precisamente a Largo San Carlo al Corso, ospitando il famoso Cavallo con Briglie, del 2009. Nel quarto sito, a Piazza San Lorenzo in Lucina c’è il Gatto, del 1999. A seguire, a Piazza San Silvestro troviamo la Donna Seduta, del 2000. Per finire a Piazza Mignanelli, la Donna Seduta, creata nel 1991. 

Fernando Botero

Il noto autore, Fernando Botero, nasce a Medellín, in Colombia nel 1932. Inizia la sua carriera molto giovane. A soli 19 anni espone le sue opere, in una mostra personale, nella galleria Leo Matiz a Bogotà. Amante dei viaggi, nel 1952 viene in Europa e dopo essere stato in Spagna arriva in Italia. Dove inizia il suo percorso di studi, approfondendo l’arte del Rinascimento italiano e in particolare le tecniche di Piero della Francesca e Paolo Uccello.

Sono questi gli anni in cui affina e afferma la sua caratteristica inconfondibile, mettendo volume ai suoi protagonisti. Ispirandosi all’arte precolombiana e coloniale spagnola. Attraverso le sue opere il messaggio fondamentale che vuole trasmettere è la celebrazione  della vita. Volendo esprimere il piacere trasformatosi in un’oasi di gioia nella tempesta della vita.

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