Balneari, l’ira degli operatori contro il governo: indetto ‘sciopero degli ombrelloni’

Sulle concessioni balneari il governo Meloni vuole arrivare ad un quadro giuridico certo, cioè gare con una mini-proroga per consentire le perizie asseverate e indennizzi adeguati

Redazione
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Come ogni estate, la questione delle concessioni balneari provoca un certo impeto alle associazioni di categoria. La polemica sorge in merito alla gestione del dossier da parte del governo. Di fatto, per gli operatori, non vi è stato alcun intervento e questo ha generato la loro ira, fino a farli indire lo “sciopero degli ombrelloni” previsto per domani, 9 agosto, in cui gli stabilimenti apriranno con due ore di ritardo, cioè alle 9,30 del mattino.

Al momento l’esecutivo guidato dalla premier Giorgia Meloni punta a definite un quadro giuridico certo. Gare subito ma con una mini-proroga per consentire le perizie asseverate e indennizzi adeguati. 

Balneari: lo sciopero degli ombrelloni

Non c’è ancora un provvedimento legislativo che dia certezza agli operatori pubblici e privati“, affermano Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari (Fipe/Confcommercio) e Maurizio Rustignoli alla guida della Fiba/Confesercenti che si dicono costretti a confermare la mobilitazione dell’intera categoria. Allo stesso tempo non vogliono sottovalutare quel segnale arrivato da “fonti di governo” che hanno preannunciato un intervento in una delle prossime riunioni Cdm. 

Resta poi da affrontare la questione dell’Europa sulle concessioni balneari. Dopo la risposta dell’Italia a gennaio sull’ultimatum Ue per l’applicazione della direttiva Bolkestein, la Commissione europea “è in stretto contatto con le autorità italiane per discutere possibili soluzioni” sulle concessioni. Il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, conferma l’interlocuzione in corso: “C’è un confronto sul parere motivato della Commissione europea che va avanti, con le sue complessità“.

Balneari: il piano del governo

Sulle concessioni balneari il governo Meloni vuole arrivare ad un quadro giuridico certo, cioè gare con una mini-proroga per consentire le perizie asseverate e indennizzi adeguati, come ha spiegato anche la stessa Giorgia Meloni. La premier ha convocato un vertice a palazzo Chigi chiarendo che un accordo con l’Unione europea non è più procrastinabile. “Ci vediamo il 27 agosto”, ha detto.

I tempi sono strettissimi. In una ventina di giorni si cercherà a modellare il recepimento della direttiva Bolkenstein. Servirà sciogliere il nodo relativo all’uso della mappatura realizzata dall’esecutivo, poi saper quantificare gli indennizzi per quei gestori che, dopo aver investito per anni, perderanno la propria azienda. Infine, c’è da definire il regime transitorio.

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