Campo largo, il progetto prende forma ma Renzi non convince

Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Andrea Orlando si sono incontrati e hanno discusso del futuro della coalizione, cercando di trovare un equilibrio che possa costruire "un'alternativa alle destre"

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I partiti politici di centrosinistra potrebbero essere giunti, loro malgrado, alla consapevolezza che senza una coalizione unita e coesa potrebbe diventare complesso spodestare Giorgia Meloni dal ruolo di presidente del Consiglio. I continui inviti di Elly Schlein, segretaria del Pd e aspirante federatrice, alla formazione di un “campo largo” potrebbero aver finalmente ottenuto una risposta. Come è solito tra le fila della politica italiana nulla è semplice; tutte le parti in gioco hanno delle pretese e dei malumori ed entro tempi piuttosto brevi bisognerà finalmente capire in che modo far convergere tutte le discrepanze.

Un lavoro di certo non semplice che potrebbe essere stato avviato ieri, in occasione dell’ultimo giorno dei lavori alla Camera prima delle vacanze estive. Con la scusa dei saluti, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Andrea Orlando si sono incontrati. Dialoghi fitti e lunghi, abbracci e a volte pacche sulla spalla, che potrebbero far ben sperare per il futuro del “campo largo“. La situazione, però, è più complessa di quanto sembrerebbe e i fattori in gioco da tenere in considerazione sono numerosi.

Elly Schlein
Elly Schlein, segretaria del Pd

Innanzitutto l’apertura nei confronti di Matteo Renzi non convince M5S e Avs che potrebbero valutare un veto, Giuseppe Conte potrebbe chiedere che i lavori vengano spostati a seguito dell’Assemblea costituente del suo partito e al centro di tutto c’è ancora l’indecisione sul candidato presidente della Liguria. Il centrosinistra ha molto lavoro da fare ma tutti sembrerebbero essere d’accordo sulla necessità della creazione di un’agenda programmatica che metta nero su bianco le intenzioni, gli obiettivi e i diritti di tutti i partecipanti alla coalizione.

Il fattore Renzi nel “Campo largo

Elly Schlein sembrerebbe convinta ad aprire la coalizione ai centristi, sia Renzi che Calenda, convinta che affinché la coalizione abbia successo “non servono veti, servono voti“. Anche il leader di Italia Viva sembra pronto a riavvicinarsi alla sinistra e soprattutto a entrare a far parte di una coalizione che potrebbe realmente diventare la maggioranza di governo. Gli unici a nutrire profondi dubbi sulla figura di Renzi sono il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra.

Il primo ancora non riesce a digerire il piano attuato da Renzi per far crollare il loro governo subito dopo l’emergenza Covid, il secondo invece non comprende come una figura simile possa entrare a far parte della coalizione e inserirsi adeguatamente. Il leader di Italia Viva è pur sempre il fautore del Jobs Act, riforma contestata nel centrosinistra e su cui Schlein è favorevole all’abrogazione. In che modo mitigare questi scontri e soprattutto queste ideologie contrastanti?

Poi vi sarebbe la questione Liguria. In autunno si svolgeranno le elezioni regionali, a seguito delle dimissioni del governatore Giovanni Toti, e il centrosinistra dovrà scegliere il proprio candidato. Finora Italia Viva, in questa Regione, è stata in coalizione nel centrodestra. “Renzi sarebbe pronto a lasciare?” si chiedono in molti, così come molti altri si chiedono effettivamente quanti voti potrà portare con sé Italia Viva. A questa domanda aveva risposto lo stesso Renzi, sostenendo che “i suoi voti valgono doppio, perché raccolgono gli insoddisfatti e tolgono consensi al centrodestra“.

Il nodo delle elezioni regionali e della Costituente pentastellata

I possibili partecipanti alla coalizione dovranno cercare di trovare una quadra al più presto per arrivare preparati alla tripletta di elezioni regionali che li attende in autunno. Liguria, Emilia Romagna e Umbria si trasformeranno nei test per comprendere se questa alleanza convince e se può avere futuro. I problemi però hanno già iniziato farsi sentire: quali saranno i candidati per queste elezioni? Tutti vogliono i loro spazi e nessuno nella coalizione sembra pronto a farsi indietro per far splendere l’altro. Anche Fratoianni e Bonelli iniziano a spingere, forti dell’entusiasmante risultato ottenuto alle Europee.

Tutti i partiti sembrerebbero d’accordo a non voler lasciare tutto lo spazio al Pd, partito coi consensi più forti, eppure la strada verso la vittoria sembra piuttosto ardua. “Si tratta di una questione di equilibri interni alla coalizione” ha dichiarato Fratoianni, riassumendo un concetto che può sembrare semplice ma che probabilmente genererà forti contrasti all’interno del partito. Per ora sembrerebbe che sulla Liguria il nome scelto sia quello del democratico Andrea Orlando, ma l’incognita pentastellata fa riflettere. Conte, ieri, ha incontrato Orlando e la discussione è stata fitta. Sembrerebbe che il dem abbia dichiarato la sua volontà di candidarsi ma allo stesso tempo anche quella di sostenere un candidato diverso.

Bisognerà capire, a questo punto, quali saranno i prossimi passi dei pentastellati. Conte intanto chiede calma e soprattutto chiede di poter rimandare le decisioni a dopo la Costituente del Movimento 5 Stelle. Un momento delicato che potrebbe rimettere in gioco tutto, compresa l’essenza stessa del partito. In qualche modo, quindi, l’assemblea costituente pentastellata riguarda anche il Campo largo, che potrebbe perdere o guadagnare un nuovo alleato.

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