Automobili, Urso pronto a trattare: i colossi cinesi investiranno in Italia?

Gli esiti sono ancora incerti, A cambiare le carte in tavola la decisione di Stellantis

Redazione
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Il mondo delle automobili ha virato verso verso la Cina. Anche se, stando ai fatti, gli esiti sono ancora incerti. È avanzata la proposta dal Ministro dello sviluppo economico, Adolfo Urso, della trattativa di creare uno stabilimento in Italia del colosso cinese Dongfeng Motors, un polo utile per tutta l’Europa. A quanto pare le trattative stanno procedendo anche per Chery, un grande produttore di auto cinese. Anche se, ancora una volta, la questione è rimasta inconclusa durante l’incontro sulle automotive di lunedì 5 agosto tra i sindacati nell’attesa di quello tra il Governo e Stellantis. 

Dongfeng motors
Dongfeng motors

Stellantis, vendere senza consultare il governo

A cambiare le carte in tavola e a diluire i tempi potrebbe essere stata proprio la decisione di Stellantis di vendere autonomamente senza consultare il Governo. Inoltre Dongfeng ha già un accordo di Joint Venture, ovvero un contratto di collaborazione tra imprese per un progetto, con Stellantis. Alla luce di questi fatti quindi, le decisioni sarebbero ferme. Ancora non si è deciso dove verrà installato un sito cinese. Tra le ipotesi, le regioni più accreditate potrebbero essere la Lombardia e il Piemonte, aree famose per ospitare le grandi filiere dell’alta manodopera. 

Il Piemonte 

In Piemonte, adiacente all’area urbana di Torino, “le condizioni sono tutte favorevoli“, sostiene il Segretario Generale della CGIL Piemonte, Giorgio Airaudo. L’assessore piemontese, Andrea Tronzano, propone la sua regione che è incentrata e favorevole agli sviluppi nazionali definendola la patria “Automotiva”. Parole contrastanti arrivano dall’Ad di Stellantis Carlos Tavares che afferma che portare i cinesi sul suolo italiano, definendoli “Competitors”, porterà a delle vittime

La situazione italiana

La situazione in Italia è complessa, difficile da modificare, anche se, un’investimento dall’esterno potrebbe contribuire ad un’inversione di tendenza delle produzioni in netto calo a cui si è assistito negli ultimi 20 anni. Sottolinea l’Economista dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Francesco Zirpoli. Questo potrebbe succedere alla condizione che il rilancio dell’intera filiera comprenda anche le componenti che dovranno essere prodotte in Italia. Oltre a dover essere comprensivo anche il lavoro di ricerca e sviluppo. Sottolinea Zirpoli.

A dare la conferma della condizione italiana è l’obiettivo mancato, posto dal Governo, di produrre 1000 vetture non prodotte da Stellantis. In programma c’era un altro grande progetto rimasto fermo, la Gigafactory di Termoli. Sono stati poi motivo di interesse le aziende cinesi portando della agevolazioni. Una tra tutte la riduzione delle tariffe doganali, oltre al costo basso della manodopera e una migliore forza lavoro. Il rischio però è che i cinesi possano aprire una fabbrica che piuttosto assembla pezzi provenienti dalla Cina portando pochi benefici per l’Italia. 

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