A fine luglio il decreto Scuola e Sport è diventato legge. Con 98 voti favorevoli, 70 contrari e un solo astenuto, il disegno di legge su cui il governo aveva chiesto il voto di fiducia è stato approvato dal Senato, dopo essere passato alla Camera lo scorso 17 luglio. Il provvedimento ha introdotto alcune novità per l’anno scolastico 2024/2025: a partire dal potenziamento del sostegno agli alunni con disabilità, agli aiuti per gli studenti stranieri, fino all’impegno per garantire l’organico dei docenti, oltre a misure riguardanti università e ricerca.
Il ddl porta la firma del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, Andrea Abodi, ministro dello Sport, Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e Ricerca, Alessandra Locatelli, ministra per le Disabilità e il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Il decreto promosso dal governo Meloni s’impegna a realizzare sforzi concreti a garanzia del diritto allo studio e il sostegno reale agli studenti con disabilità.
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Sport e Scuola: cosa cambia
Oltre la proroga al 31 dicembre per la possibilità ad enti e università di indire procedure per il contenimento di assegni di ricerca, la legge sullo Sport e Scuola disciplina anche l’eventuale chiamata di professori universitari di seconda fascia riservate riservate ai Ricercatori a Tempo Indeterminato, cosiddetti RTI. Tale misura apre nuove opportunità di carriera per i ricercatori, permettendo loro di inserirsi all’interno del mondo accademico.
Si tratta di una categoria di insegnanti – in totale circa 5000 – che da decenni svolgono attività didattica e di ricerca, ma senza un adeguato riconoscimento. La legge ha avuto ampio favore da parte della categoria e una delle promotrici, la ministra Bernini, è stata più volte plaudita per il lavoro. E’ lei che lo scorso anno – come ricorda Il Tempo – ha iniziato a dar voce al malcontento dei ricercatori, dando vita al movimento Nazionale Dignità RTI 2023, che coinvolge oltre 30 atenei d’Italia.
Durante la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane era emerso il disappunto delle categorie rappresentate. La situazione era “non più tollerabile che va risolta in tempi brevi”. Per Bocchetta – di RTI – “Siamo partiti con nulla in mano, senza conoscere la strada né sapere come percorrerla. Lungo il cammino abbiamo incontrato molti ostacoli ma non ci siamo arresti. Per noi gli ultimi anni sono stati insostenibili. E’ una questione di giustizia e di onore al merito. E questo decreto li garantisce“.
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