Ue, il nodo delle candidate commissario preoccupa von der Leyen

Nonostante la richiesta della presidente ai 27, di avere, da parte di ogni governo, l'indicazione di due profili, un uomo e una donna, quasi nessuno l'ha ascoltata

Redazione
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Il tempo scorre. Ursula von der Leyen ha ancora quattro settimane per mettere a punto una prima composizione della nuova Commissione Ue ma c’è già un nodo sulla sua scrivania: il numero di donne che potrebbero essere presenti nell’esecutivo comunitario. Nonostante la richiesta della presidente ai 27, di avere, da parte di ogni governo, l’indicazione di due profili, un uomo e una donna, quasi nessuno l’ha ascoltata.

Ue: la questione della Commissione

Il primo aspetto del nodo quote rosa Ue sta nei commissari che corrono per la seconda volta. Chi, tra i Paesi membri, vuole sostenere il titolare uscente non ha “l’obbligo” di indicare un uomo e una donna. Finora, tuttavia, i confermati sono quasi esclusivamente uomini. La Slovacchia ha indicato Maros Sefcovic, la Lettonia Valdis Dombrovskis, la Francia Thierry Breton, l’Olanda Wokpe Hoekstra. L’Ungheria di Viktor Orban proporrà Oliver Varhelyi, sebbene l’attuale commissario all’Allargamento difficilmente supererà le forche caudine delle audizioni all’Eurocamera. Unica donna certa del bis è la croata Dubravca Suica, attuale vicepresidente della Commissione con delega alla Democrazia e Demografia.

Poi subentra la questione delle cancellerie che hanno proposto commissari non uscenti non hanno rispettato la richiesta di Ursula. La futura Commissione prevede la presenza di sole sei donne: oltre a Kallas, Suica e la stessa von der Leyen ci sono la spagnola Teresa Ribera, la svedese Jessica Roswall e la finlandese Henna Virkkunen. Esiste poi un altro dato a preoccupare von der Leyen: nei governi che non hanno ancora deciso i favoriti sono comunque uomini. Accade in Romania e Lussemburgo, ad esempio.

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