Ecco, di nuovo. Gli attori di Hollywood sono in sciopero. Dopo le proteste dello scorso anno, il nemico resta sempre l’intelligenza artificiale, ormai molto utilizzata nel mondo dello spettacolo ma ancora poco regolata. A seguito di 18 mesi di trattative, il sindacato Sag-Aftra non contrasta più gli Studios e i servizi di streaming, ma le compagnie che producono videogiochi, come Activision, Disney, Electronic Arts e Warner Bros. Games.
Hollywood: i motivi dello sciopero
Lo sciopero è iniziato venerdì e riguarda il consenso e il compenso per l’uso delle riproduzioni dell’intelligenza artificiale. Il settore dei videogame utilizza nei software le voci e i movimenti degli attori per generare i personaggi dei giochi. Gli artisti sono però preoccupati per l’eventualità che le proprie performance possano diventare dati a disposizione dell’IA per animare progetti diversi da quello originale senza il loro permesso. “Chiamano le informazioni dati – il nostro movimento, la nostra voce, il modo in cui parliamo. Per loro, sono solo dati. Per noi, sono le nostre speranze e sogni e obiettivi di vita…In pratica significa prendere tutto quello che abbiamo e gettarlo nella spazzatura”, ha dichiarato il doppiatore Ted Evans.
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Duncan Crabtree-Ireland, il capo negoziatore della sigla sindacale, ha affermato che gli editori di videogiochi devono ancora accettare le restrizioni già accordate dagli Studios e dai servizi di streaming. Le società di videogiochi hanno replicato che la loro offerta più recente, consegnata un giorno prima dell’inizio dello sciopero, include il consenso e il compenso per tutti gli artisti che lavorano sotto contratto. Tuttavia, i leader sindacali non concordano, perché le protezioni contro l’IA escluderebbero alcune categorie di performer e finora non sarebbero in grado di evitare che le precedenti interpretazioni di un attore possano essere utilizzate per creare personaggi sintetici.
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