“Alcune di queste donne e uomini sono stati ingiustamente detenuti per anni. Tutti hanno sopportato sofferenze e incertezze inimmaginabili. Oggi la loro agonia è finita” con queste parole il presidente Usa Joe Biden ha accolto la liberazione dei prigionieri statunitensi nelle carceri russe e bielorusse. Un’operazione controversa che ha dato vita al più grande scambio di prigionieri dalla Guerra fredda e che ovviamente ha anche scatenato qualche polemica. La scelta dei detenuti da riportare in patria così come la decisione di liberare Vadim Krasikov, un ufficiale dell’FSB (ex KGB) imprigionato in Germania per l’omicidio di un dissidente ceceno, hanno fatto sorgere qualche dubbio nell’opinione pubblica.
In totale i prigionieri interessati dallo scambio sono stati 24, più due minori, figli di due detenuti che erano stati dati in affidamento in Russia. Tra i prigionieri scambiati c’è il giornalista statunitense Evan Gershkovich del Wall Street Journal; il giornalista ispano-russo Pablo Gonzalez, anch’egli detenuto in Polonia; l’ufficiale militare statunitense Paul Whelan; il tedesco Rico Krieger, condannato a morte in Bielorussia, e l’esponente dell’opposizione russa Ilya Yashin. L’operazione avrebbe dovuto comprendere la liberazione di Alexei Navalny, purtroppo deceduto lo scorso febbraio in una prigione russa.
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Olaf Scholz, cancelliere tedesco, ha rivelato che tutti i detenuti in Russia hanno in qualche modo “temuto per la loro vita” durante la carcerazione e che proprio questo fattore lo ha convinto a procedere con la scarcerazione di Krasikov, che ha permesso di “salvare vite umane“. Più dura la reazione della presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, che ha dichiarato: “Accolgo con favore il rilascio di cittadini innocenti dell’Ue e degli Stati Uniti e di onesti democratici russi tenuti prigionieri in Russia. Il Cremlino li ha scambiati con criminali e assassini condannati. Questo mostra la netta differenza“.
Biden: “Questo scambio è frutto della capacità diplomatica“
Tre detenuti statunitensi liberati sono giunti ieri a Washington con un volo dalla Turchia che li ha portati verso la libertà. Sono stati accolti dal presidente Joe Biden e dal suo vice Kamala Harris, che hanno elogiato le “decisioni coraggiose e audaci” degli alleati europei per rendere possibile questo “scambio storico“, anche grazie ad alcune concessioni fatte da Germania e Turchia.
Secondo Biden, infatti, lo scambio è stato possibile solo grazie alla “capacità diplomatica” perché, come ha sottolineato il Consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, “dalla Guerra Fredda, non si è mai verificato un numero così elevato di scambi di persone in questo modo” e “non c’è mai stato, per quanto ne sappiamo, uno scambio che abbia coinvolto così tanti Paesi“. L’ultimo scambio tra Mosca e l’Occidente risale al 2022, quando la giocatrice di basket americana Brittney Griner, detenuta per un caso di droga, fu liberata in cambio del ritorno in Russia del trafficante d’armi russo Viktor Bout, in carcere negli Stati Uniti.
Non sono ovviamente mancate le polemiche negli Usa su quanto accaduto. Lo stesso ex presidente Donald Trump ha parlato di un “cattivo precedente per il futuro” e ha insinuato l’ipotesi che la trattativa sia stata agevolata dal pagamento di una somma di denaro. La Casa Bianca ha smentito la possibilità, ma il tycoon non sembrerebbe intenzionato a tornare sui suoi passi. “Quando pubblicheranno i dettagli dello scambio di prigionieri con la Russia? Quante persone prendiamo rispetto a loro? Li stiamo anche pagando in contanti?” ha chiesto l’ex presidente sul social Truth, per poi ricordare di “aver riportato a casa molti ostaggi, ma non ho dato un soldo al Paese avversario“.
Usa: “Lo scambio di prigionieri non è un disgelo verso la Russia“
Gli Stati Uniti hanno voluto sottolineare che il rientro nella loro Nazione di dieci detenuti Usa dalla Russia non rappresenta in alcun modo una sorta di avvicinamento e di disgelo nei confronti di Mosca.
“Non sarà così, dato ciò che Putin continua a fare all’interno dell’Ucraina, le minacce che continua a ventilare verso i nostri alleati della Nato e i nostri partner in tutta Europa il fiorente rapporto nella difesa che sta formando con la Cina, con la Corea del Nord, con l’Iran” ha dichiarato un alto dirigente dell’amministrazione Usa, aggiungendo: “Tutte queste cose sono motivo di grande preoccupazione per noi e non vedrete un cambiamento di politica da parte del presidente Biden o dell’amministrazione quando si tratterà di resistere all’aggressione di Putin come risultato di tutto questo“.
Inoltre, per Dmitri Oreschkin, analista politico indipendente con sede a Riga, questo scambio di prigionieri non è una vittoria né per gli Usa né per la Russia perché “Putin non avrebbe mai autorizzato un accordo che potesse essere interpretato come un successo per l’America, la Germania o l’Occidente in generale“. Il presidente Russo, come il suo omologo Usa, ha accolto gli otto cittadini russi liberati, ringraziandoli per la loro fedeltà e decidendo anche di abbracciarne qualcuno. “Vorrei congratularmi con voi, grazie mille” avrebbe detto Putin, riferendosi in particolare a coloro che servono nell’esercito russo.
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