Dl Liste d’attesa, Giorgetti apre a Schillaci: “Soddisferemo quel che potremo”

Il ministro della Salute Orazio Schillaci avrebbe incontrato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti per discutere dei fondi da utilizzare per migliorare il SSN e diminuire le liste d'attesa in ambito sanitario. Giorgetti si sarebbe mostrato "aperto" e "disponibile" nei confronti delle richieste presentate

Redazione
6 Min di lettura

Il decreto Liste d’attesa, fortemente voluto dal governo Meloni e dal ministro della Salute Orazio Schillaci, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale due giorni fa e già da ieri i meccanismi di avvio delle riforme contenute nel provvedimento hanno iniziato a mettersi in modo. Il ministro aveva infatti promesso che già dall’autunno i primi cambiamenti per quanto riguarda il funzionamento del Sistema Sanitario Nazionale avrebbero iniziato a vedersi, nella speranza che le attese e i disagi finora vissuti dai cittadini rimangano solo un brutto ricordo. Anche in questo, come per molti altri decreti legge del governo, il nodo principale da risolvere riguarda i fondi da investire per la riforma.

Il ministro Schillaci, in un’intervista rilasciata nei giorni scorsi, ha però dichiarato che i finanziamenti per parte delle proposte contenute nel decreto sono già presenti. Per tutto il resto l’unica soluzione è un colloquio diretto con Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze. Il vertice è avvenuto nella giornata di ieri e secondo le parole di Schillaci sembrerebbe aver avuto un esito positivo. Il ministro della Salute avrebbe illustrato le esigenze del SSN, in particolare per quanto riguarda la necessità di maggiori risorse da indirizzare al personale sanitario, e Giorgetti si sarebbe mostrato piuttosto “aperto” e “disponibile a cercare di soddisfare per quanto possibile“.

Giancarlo Giorgetti, ministro dell'Economia e delle Finanze
Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze

I vari nodi della riforma, comunque, dovranno essere discussi più approfonditamente in successivi incontri. Nel frattempo, il ministero della Salute continua a lavorare per garantire ai cittadini servizi più veloci ed efficienti. Sembrerebbe che il primo cambiamento che dovrà essere attuato dal prossimo autunno riguarderà la possibilità di svolgere esami e visite specialistiche anche nel week-end e in fasce prolungate rispetto a quelle odierne. Una prima misura in attesa dell’aumento del personale promesso da Schillaci, che potrà attuarsi dal 2025 quando scadrà il tetto sulle assunzioni in ambito sanitario.

Le soluzioni di Schillaci per migliorare il SSN

In un’intervista a La Stampa, Orazio Schillaci ha dichiarato che per ora il Def per la Sanità nel 2025 è pari a 135 miliardi, ovvero un miliardo in più rispetto all’anno precedente. Una cifra che realisticamente non riuscirà a coprire tutte le riforme contenute nel decreto Liste d’attesa e che necessiterà di ulteriori aggiunte che dovranno essere discusse con il Ministero dell’Economia. Il ministro della Salute, però, non si scoraggia e difende il provvedimento, dichiarando che per migliorare il Sistema Sanitario Nazionale non servono sempre e solo finanziamenti.

Schillaci ha infatti parlato di “razionalizzazione“, ovvero uno studio profondo del funzionamento delle strutture sanitarie italiane per comprendere in che modo distribuire le risorse. Nel caso in cui ci fossero strutture che ricevono troppi fondi per quanto effettivamente lavorano, parte di queste somme dovranno essere necessariamente trasferite a reparti con maggiori difficoltà. Lo stesso ragionamento, ovviamente, vale per le apparecchiature mediche e i posti letto.

dl liste d'attesa, Orazio Schillaci
Il ministro della Salute Orazio Schillaci

Altra grande problematica individuata da Schillaci riguarda la consuetudine dei medici italiani di prescrivere esami specialistici non necessari. Anche in questo un intervento mirato permetterebbe una riduzione delle liste di attesa e un risparmio in termini economici per lo Stato. “Abbiamo un 20% di Tac, risonanze e altri esami che vengono prescritti quando non servono” ha dichiarato il ministro, sostenendo di “aver già mandato all’Iss delle linee guida da elaborare che consentano ai medici di prescrivere gli accertamenti giusti al paziente giusto“.

Cosa cambia con il dl Liste d’attesa?

Una delle principali novità contenuto nel decreto Liste d’attesa riguarda l’istituzione di un Cup unico regionale o infra regionale in cui confluiranno le disponibilità delle strutture pubbliche e private. In questo modo sarà più semplice per gli operatori indirizzare i paziente verso visite intramoenia e diminuire i giorni di attesa per gli esami e gli accertamenti. Per quanto riguarda invece l’aumento dell’offerta dei servizi sanitari, questa sarà possibile grazie alla flat tax al 15% sui compensi per prestazioni aggiuntive dei professionisti sanitari impiegati nella riduzione delle lise d’attesa e dalle nuove assunzioni.

A partire dal 2025, le nuove assunzioni saranno dosate grazie a una nuova metodologia per definire il fabbisogno di operatori sanitari. Ancora da capire, però, quali siano i fondi da utilizzare per queste nuove assunzioni. Le Regioni hanno infatti più volte sottolineato la difficoltà che incontrerebbero a reperire nuove somme.

Il decreto, poi, prevede controlli più stringenti sui fondi della Manovra destinati al recupero delle liste d’attesa. Questi infatti non potranno essere utilizzati per finalità diverse e se non verranno utilizzati torneranno nei bilanci del SSN. È prevista inoltre l’istituzione della Piattaforma nazionale per le liste d’attesa presso Agenas, che permetterà di avere un quadro completo della situazione delle liste d’attesa in Italia e che svolgerà anche funzioni di controllo sulle agende per intervenire in casi di anomalia. Verrà poi istituito un organismo di verifica, a cui farà capo il ministero della Salute, che valuterà l’attività delle singole strutture sanitarie, anche avvalendosi dei Nas.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo