Pnrr, Fitto ammette: “Forse necessaria una revisione per il Sud”

"L'obiettivo finale, non quello in corsa, è garantire che il 40% delle risorse vengano spese al Sud" ha dichiarato il ministro, sottolineando che quello che attende il nostro Paese è "un percorso complesso"

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Il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto in audizione alla Commissione Bilancio della Camera per la relazione sullo stato di attuazione del Pnrr ha nuovamente ribadito i successi italiani in materia di Pnrr. “Nei prossimi giorni ci aspettiamo la risposta formale dalla Commissione europea con il pagamento della quinta rata” ha annunciato il ministro, sostenendo che il governo è già al lavoro per il completamento degli obiettivi della settima rata, che potrebbe essere richiesta a breve.

Un successo che Fitto aveva già annunciato a giugno, alla presenza del premier Meloni, con cui aveva dichiarato che l’Italia si trova al primo posto in Europa per quanto riguarda il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Il ministro ha inoltre sottolineato come al momento la collaborazione con la Commissione europeasia molto positiva rispetto alle diverse questioni e rispetto all’avanzamento del Piano“.

Non tutti però hanno deciso di gioire insieme al ministro. La capogruppo del Movimento 5 Stelle nella Commissione Politiche Ue di Montecitorio Elisa Scutellà ha deciso di intervenire nel corso dell’audizione del ministro, per porre alcuni dati nel loro giusto contesto. “A fine giugno il 56 percento delle scadenze sono ancora da completare e molte di queste scadenze sono state semplicemente posticipate al 2025 e 2026, con il rischio concreto che l’Italia non sia in grado di ottenere le ultime rate” ha infatti dichiarato la capogruppo, sostenendo che dei 113 miliardi già ricevuti dall’Italia, solo 51 miliardi sono stati già spesi.

Fitto: “Il percorso da fare è ancora complesso

Il ministro Fitto, nonostante il successo dichiarato in Aula, ha deciso di rendere partecipi i presenti sulle difficoltà che il Paese deve ancora affrontare. “Il percorso che ci attende è ancora complesso” ha dichiarato il ministro, sottolineando che i traguardi da raggiungere prima di poter richiedere il pagamento della settima rata sono 69, che prevede un importo di 18,2 miliardi di euro. Fitto ha quindi sottolineato che i prossimi mesi saranno cruciali, perché l’Italia dovrà dimostrare a Bruxelles di essere in grado di rispettare i suoi impegni.

Il ministro Raffaele Fitto
Il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto

Fitto ha poi sostenuto che “l’obiettivo finale, non quello in corsa, è garantire che il 40% delle risorse vengano spese al Sud“. Il ministro è consapevole di come questo non sia un fine facile da raggiungere e ammette che sulla questione “sarà necessario interrogarsi” e che forse sarà necessaria “qualche altra revisione“. Inoltre, per permettere ai fondi del Pnrr di essere utilizzati nel migliore dei modi, il governo si sta mobilitando per “un rafforzamento contro le frodi“, proponendo “l’estensione del Colaf in relazione alle Politiche di coesione e anche al Pnrr“. Secondo Fitto questo rafforzamento è necessario per “avere un maggior coordinamento e un maggior controllo sull’avvio della spesa“.

Il contrasto sui numeri tra Fitto e Scutellà

A fronte dei 194 miliardi complessivi del Pnrr sono state attuate misure e interventi per 165 miliardi” questo è il dato fornito dal ministro Fitto durante la sua audizione, che ha voluto sottolineare come l’Italia abbia quindi speso l’85% del totale ricevuto. La deputata del M5S Elisa Scutellà ha però dichiarato in Aula che i dati sarebbero piuttosto diversi, con gran parte delle risorse ancora da sfruttare e un continuo rinvio degli obiettivi poiché al momento non raggiungibili.

Secondo la pentastellata, dunque, “la capacità dell’Italia di investire le risorse del Pnrr resta gravemente insufficiente e la soluzione scelta dall’Italia per non perdere i fondi resta quella di non intervenire sulle difficoltà strutturali che impediscono la spesa e generano i ritardi“.

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