Caos Autovelox, migliaia illegali in tutta Italia: rischio annullamento multe

Si presume che gli automobilisti che abbiano ricevuto una multa a causa di un controllo da parte di un autovelox irregolare possano contestare la sanzione e ottenerne l'annullamento

Redazione
4 Min di lettura

Il sequestro di un autovelox non regolare a Cosenza ha dato avvio nel nostro Paese ad una serie di controlli a catena sugli oltre 11mila dispositivi di controllo della velocità presenti sul territorio, per comprendere quanti di essi siano effettivamente omologati e quindi legali. Una serie di controlli che hanno portato alla luce un gravissimo problema e che hanno dato avvio ad un percorso che potrebbe comportare l’annullamento di migliaia di sanzioni nei confronti di automobilisti che quindi potrebbero non essere costretti a pagare la multa a loro recapitata.

Il modello in questione, finito al centro della bufera, è il T-Exspeed v.2.0, usato per rilevare le violazioni della velocità su varie strade di provincia, pur non essendo regolarmente omologato. Questi autovelox irregolari sono stati individuati su quasi tutto il territorio italiano, in particolare a Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico, Cerignola, Pianezza, Piadena, Formigine, Arcola, Carlentini e San Martino in Pensilis. Venezia ha già provveduto a mettere sotto sequestro gli apparecchi irregolari ed ora la Polizia di Stato prosegue le indagini per individuare tutti i dispositivi fuori norma e comprendere quali siano le sanzioni che non sono legalmente da pagare.

Un’irregolarità che comporterà un grave danno alle casse dello Stato. Solo nel 2023, infatti, le contestazioni degli autovelox hanno riguardato 373mila automobilisti, con incassi che superano i 70milioni di euro. Con la scoperta degli autovelox irregolari, quindi, questa cifra potrebbe essere ben inferiore a quanto ipotizzato.

Il legale della società fornitrice degli Autovelox accusato di frode

Come è stato possibile installare e lasciar lavorare migliaia di autovelox illegali? Sembrerebbe che la colpa debba ricadere sulla società privata fornitrice degli T-Exspeed v.2.0, che dà in noleggio gli apparecchi ai comuni che ne fanno richiesta. Le indagini hanno accusato di frode nella pubblica fornitura il legale rappresentante di questa società, questo perché “il prototipo depositato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è risultato differente dalla versione modificata che la società ha fornito, in un secondo momento, ai Comuni“, come ha spiegato Giancarlo Baiano. dirigente della Polstrada di Cosenza. Baiano ha anche chiarito che “gli Autovelox T-Exspeed v.2.0 sono stati scollegati“.

Cosa succederà ora?

Si presume, quindi, che gli automobilisti che abbiano ricevuto una multa a causa di un controllo da parte di un autovelox irregolare possano contestare la sanzione e ottenerne l’annullamento. Inoltre, potrebbe essere riconosciuto il risarcimento delle spese, come previsto da una recente sentenza della cassazione. Lo scorso aprile, infatti, un avvocato di Treviso era riuscito a ottenere l’annullamento di una sanzione dimostrando che l’autovelox che lo aveva multato non era “approvato” ma solo “omologato“.

Un caso singolo che ora è diventato nazionale e che potrebbe creare non pochi problemi alle autorità. La Legge, infatti, come ha dichiarato la stessa Corte di Cassazione, dice che la sicurezza stradale è un obiettivo prioritario che però deve essere perseguito tramite strumenti “legittimi e conformi alle norme vigenti“. Non resta quindi che comprendere quanti degli autovelox presenti in Italia siano legali e quanti invece vadano sostituiti nel minor tempo possibile.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo