Stefano Bonaccini, europarlamentare, presidente del Pd e già governatore della Regione Emilia-Romagna torna sulla questione del campo largo in un’intervista al Quotidiano Nazionale. “Il Pd è uscito dalle Europee meglio di come si temesse e va dato merito a Elly Schlein di aver saputo costruire un’agenda di pochi punti popolari e comprensibili e tenere – e di questo anche io mi prendo parte della responsabilità – il partito unito“.
“Popolare è contrario di populista: da dentro le istituzioni ho visto quanto si sia isolata la destra. Non solo Matteo Salvini, ma anche Giorgia Meloni, che esce più debole perché non fa parte della maggioranza“, ha poi aggiunto.
Pd e Bonaccini: il campo largo
Sulla base degli ultimi sondaggi, per Bonaccini “il centrodestra non va sottovalutato, è ancora forte in Italia, ma le amministrative hanno dimostrato che sta suonando qualche campanello. Il Pd ha il dovere di creare le condizioni per un nuovo centrosinistra che non sia solo contro la destra, ma anche alternativo“. Poi torna su Renzi e la possibilità di un campo largo: “Ho apprezzato le parole di Renzi, dopodiché i giudizi sono abituato a darli su programmi e proposte concrete. Per il centrosinistra proseguire con veti e personalismi vorrebbe dire regalare il Governo a Giorgia Meloni per i prossimi dieci anni. Su questo, il Pd è ostinatamente unitario”.
“Siamo di fronte a un esecutivo che smantella la sanità pubblica, dimentica i più fragili, i diritti e il lavoro, nessun sostegno alle imprese che vogliono assumere e innovare: sono tutti argomenti sui quali avanzare proposte che vadano in senso opposto e uniscano progressisti e riformisti e chi ha a cuore l’Italia, guardando avanti e non indietro“, ha poi concluso.
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