Bonelli e von der Leyen ai ferri corti: “Se tratta con Meloni i Verdi non la voteranno”

Il leader di Europa Verde fino a pochi giorni fa si professava forte sostenitore dell'attuale presidente della Commissione, mentre ora mette in dubbio l'integrità della stessa von der Leyen

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A Bruxelles l’atmosfera è elettrica. A poche ore dall’elezione del presidente della Commissione Ue, il futuro dell’Europa si gioca attorno ad un contesto sempre più acceso. Giovedì si deciderà o meno il von der Leyen bis, con Ursula che è messa spalle al muro. Dall’Italia uno dei primi a lanciare un ultimatum è stato il leader di Europa Verde Angelo Bonelli, che se fino a pochi giorni fa si professava forte sostenitore dell’attuale presidente della Commissione, ora mette in dubbio l’integrità della stessa von der Leyen.

La colpa è attribuibile alla posizione dell’Istituzione verso la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con la quale i rapporti sembrano essere distesi. Una serenità non gradita a Bonelli che segue la via del “o con me o contro di me”: “Se pensa di trattare su due tavoli, noi non ci stiamo“.

Bonelli e von der Leyen: cambio di rotta

L’avvertimento di Bonelli si distacca completamente dalle dichiarazioni che solo pochi giorni fa aveva rilasciato durante il Consiglio Federale Nazionale. “Tra pochi giorni il Parlamento europeo sarà chiamato a votare la maggioranza che governerà le istituzioni Ue. La posizione che intendo proporre al Consiglio federale di Europa Verde è la seguente. Noi abbiamo sempre detto che i nostri voti sarebbero stati necessari per evitare uno spostamento della maggioranza a destra. Penso che di fronte a questo rischio non possiamo rimanere indifferenti. La posizione che assumo, dopo averne parlato con gli europarlamentari, è la seguente: un sì condizionato a vari punti“.

Maltempo, Angelo Bonelli
Maltempo, Angelo Bonelli

Tra i punti evidenziati da Bonelli, ci sono: la difesa delle politiche sul clima con un fondo sociale, perché la transizione ha un costo e i ceti sociali deboli non possono pagare i prezzi di questa transizione, una politica a sostegno dell’industria, il tema della democrazia e dei diritti umani, il no all’ingresso in maggioranza sia dei Patrioti che di Ecr. “Per quanto riguarda il tema della guerra noi assumeremo gli impegni programmatici di Avs, nel caso votando anche in dissenso col nostro gruppo. Agli amici di Sinistra italiana dico che non possiamo spostare il baricentro dell’Europa a destra“, ha poi concluso.

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