Svolta nel caso di omicidio della pensionata Pierina Paganelli, avvenuto a Rimini nel complesso residenziale in via del Ciclamino il 3 ottobre 2023 alle 22.13: è stato arrestato il vicino di casa senegalese Louis Dassilva. Il motivo dell’omicidio sarebbe legato alla paura che l’uomo aveva della possibile scoperta da parte della pensionata della relazione tra lui e la nuora, Manuela Bianchi.
La vittima è stata colpita con 29 coltellate, una delle quali ha colpito l’aorta. Per le indagini sono state determinanti le riprese di una telecamera di via Ciclamino e alcuni accertamenti sul telefono di Louis. Per ora l’uomo è solo un indagato, quindi vige la presunzione di innocenza. A incriminarlo sarebbe però un alibi che non ha retto.
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Le indagini hanno sempre e solo portato a Louis, non c’è mai stata una pista alternativa. Gli accertamenti bancari, i tabulati telefonici, i video delle telecamere e le informazioni testimoniali non hanno fatto emergere altri sospettati.
Rimini: la telecamera, l’alibi e il telefono
Fondamentali per l’arresto dell’uomo sono state le immagini riprese dalla telecamera di via del Ciclamino delle 22.17 del giorno dell’omicidio. Queste riprendono una persona di spalle mentre cammina verso il portone del numero civico 31. La persona non è ripresa in modo definito, ma si può comunque notare una certa somiglianza con l’indagato, data dall’altezza, dalla pelle scura e da un marcato movimento della spalla destra. L’unica persona di pelle scura che vive in quel condominio sarebbe inoltre proprio Louis.
Dalla scoperta di queste immagini si è poi deciso di confrontarle con le tempistiche dell’omicidio, che hanno dato esito positivo. L’alibi che l’uomo ha fornito alle autorità è quello di essere rimasto a casa tutta quella notte, smentito così dalle immagini della telecamera.
Anche il telefono dell’uomo ha registrato degli indizi interessanti per le autorità. Il dispositivo ha registrato attività proprio nell’ora del delitto, quindi accerta che l’indagato era sveglio. Inoltre l’attività testimonia la lettura di un messaggio alle 21.44 e la connessione su Netflix alle 22.06. Poi, nei minuti dell’omicidio – 22.13 – l’attività viene sospesa, per riprendere alle 22.38. Per il Gip sarebbero stati messi in atto diversi depistaggi per non far cadere sospetti su di lui, come la consegna degli abiti e delle scarpe in ritardo.
Rimini, il movente e le indagini
Per il Gip il movente è sicuramente la paura dell’uomo che la pensionata scoprisse la relazione amorosa che lui intratteneva con la nuora della vittima. La relazione viene confermata anche dalle indagini della polizia.
Il Gip sospetta quindi che l’uomo abbia compiuto l’omicidio, con le tre aggravanti di aver commesso il fatto per futili motivi, di avere agito con crudeltà contro la vittima e di aver approfittato di condizioni di tempo, di luogo e di persona, che hanno ostacolato la provata difesa.
Le indagini sono state dirette dalla Procura di Rimini e sono state svolte dalla Squadra Mobile di Rimini, dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dal Servizio Polizia Scientifica di Roma e dal Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Bologna.
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