Ddl Sicurezza, via libera al carcere per le donne incinte: Forza Italia si astiene

In tema di diritti la maggioranza continua ad avere difficoltà a conciliare le opinioni. Il ddl Sicurezza ha visto Forza Italia schierarsi con le opposizioni, chiedendo l'eliminazione dell'articolo 12 della riforma, che prevede il carcere obbligatorio anche per le madri con figli di età minore a un anno

Redazione
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Il divario all’interno dei partiti di maggioranza sembra farsi sempre più profondo in materia di diritti umani. Il ddl sicurezza, in discussione oggi alla Camera, sembra esserne l’esempio più rappresentativo. L’articolo 12 del disegno di legge prevede di rendere facoltativo l’obbligo di rinvio della pena per le donne in gravidanza e le madri con figli di età inferiore a un anno, decisione fortemente ostacolata dalle opposizioni e da Forza Italia. Le parole di Marina Berlusconi che, in un’intervista al Corriere della Sera, si era detta più vicina alle ideologie del centrosinistra su temi legati ai diritti, sembrano farsi sempre più influenti nel partito.

I forzisti oggi, nelle commissioni congiunte Affari costituzionali e Giustizia della Camera, hanno deciso di astenersi dalla votazione degli emendamenti, come forma di protesta sulle decisioni prese dalla maggioranza. Tutti gli emendamenti presentati all’articolo 12 del ddl sono stati dunque bocciati e l’articolo è rimasto quindi invariato. Gli azzurri hanno però annunciato in Aula la loro intenzione di presentare un emendamento aggiuntivo per preservare l’obbligo di rinvio della pena per le madri.

Forza Italia aveva annunciato i propri dubbi sull’articolo 12 del ddl già la scorsa settimana. Paolo Emilio Russo aveva infatti spiegato che, pur condividendo le ragioni che hanno spinto la maggioranza a proporre la riforma, il partito non approva che i bambini paghino le conseguenze delle scelte delle madri. Secondo i forzisti, infatti, “è possibile punire anche severamente chi reitera reati facendosi scudo del suo stato senza fare vittime collaterali, cioè bambini costretti a nascere o a trascorrere i primi mesi delle loro vite dentro a un istituto carcerario non attrezzato per accoglierli“.

Ddl Sicurezza, Montaruli: “Usare i bambini per rinviare condanne viola i diritti

Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera e relatrice del provvedimento, ha deciso di rispondere alle critiche di Forza Italia, chiarendo che “tra i primi diritti dei minori c’è quello di non essere utilizzati strumentalmente per compiere reati o per rinviare l’esecuzione della condanna“. L’articolo 12 del disegno di legge, quindi, servirebbe proprio a difendere questo diritto perché “a contemperare gli interessi in campo di chi non può esprimersi finalmente ci sarà un giudice e non un meccanismo obbligatorio“.

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Augusta Montaruli (FdI)

Inoltre, Montaruli ha spiegato ulteriormente che “nell’ipotesi di delitti gravi o reiterati tali da non consentire la sospensione cautelare sarà il giudice a valutare la situazione della detenuta e della sua prole“, questo perché la nuova norma si poggia sulla prospettiva di tutelare l’interesse dei minori coinvolti. La vicecapogruppo di FdI si è quindi dichiarata “soddisfatta” che in commissione Affari Costituzionali si sia conclusa la votazione dell’art 12 del ddl sicurezza che sancisce questo nuovo principio.

Le critiche di Italia Viva e Avs

La scorsa settimana si è espressa in merito alla proposta del governo anche Maria Elena Boschi di Italia Viva, che ha dichiarato dura: “La prima presidente del Consiglio donna vuole passare alla storia per aver previsto il carcere per donne incinta o con un figlio di meno di un anno. Una vergogna“. La deputata ha poi spiegato che già in passato il partito di Matteo Renzi aveva presentato delle proposte di legge utili a superare la situazione complessa in cui oggi versano i minori figli di detenute, mentre l’azione del governo punterebbe a “peggiorare le leggi risalenti agli anni ’30, trasformando in regola il carcere per le detenute madri“.

Della stessa opinione anche i capigruppo di Avs in commissione Giustizia e Affari Costituzionali, Devis Dori e Filiberto Zaratto, che hanno sostenuto: “Sono circa 20 in tutta Italia le detenute incinte o con bimbi di meno di tre anni per le quali non vale più il differimento della pena. Dati che smascherarono la retorica della emergenza e che provano che la destra, con l’art.12 del ddl Sicurezza, si accanisce inutilmente contro donne e neonati in quelle condizioni. È un punto bassissimo per la cultura giuridica di questo Paese“.

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