Iran, l’ascesa del cardiochirurgo riformista Masoud Pezeshkian

Il nuovo presidente dell'Iran è il riformista Masoud Pezeshkian, che ha ottenuto più della metà dei voti degli elettori che si sono presentati alle urne

Redazione
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In Iran le elezioni presidenziali sono state vinte dal candidato riformista ed ex ministro della Sanità Masoud Pezeshkian, che diventa il nono leader della Repubblica islamica. Le elezioni si sono verificate per scegliere il successore di Ebrahim Raisi, il presidente precedente morto in un incidente di elicottero il 19 maggio scorso.

Il nuovo presidente dell’Iran ha vinto il ballottaggio battendo l’ultraconservatore Saeed Jalili. Secondo i dati diffusi dal ministero degli Interni hanno votato oltre 30 milioni di persone, 49,8% degli elettori aventi diritto di voto. Pezeshkian ha ricevuto oltre 16 milioni di voti, mentre Jalili oltre 13 milioni. In Iran hanno votato in 58mila seggi, mentre in oltre 100 paesi stranieri ci sono stati 314 seggi.

Nel primo discorso alla nazione, il nuovo presidente iraniano ha dichiarato alla televisione di Stato: Tenderemo la mano dell’amicizia a tutti; siamo tutti popolo di questo Paese; dovremmo usare tutti per il progresso del Paese”.

Iran, Masoud Pezeshkian
Iran, Masoud Pezeshkian

Iran, chi è Masoud Pezeshkian

Masoud Pezeshkian ha 69 anni e è un medico di origine azera, semi-sconosciuto prima della sua candidatura. L’uomo, esperto cardiochirurgo, ha dovuto crescere 3 figli da solo, dopo che la moglie è morta in un incidente. Da una ventina di anni è parlamentare ed è stato ministro della Sanità sotto l’ex presidente riformista Mohammad Khatami (1997-2005).

Pezeshkian critica esplicitamente il governo sulla questione dell’hijab obbligatorio, ma non ha mai chiesto l’abrogazione dell’obbligo del velo per le donne. Inoltre si è espresso contro la mancanza di trasparenza del governo nelle proteste nazionali che si sono verificate dopo la morte della curda Mahsa Amini nel 2022.

Sostiene l’accordo sul programma nucleare iraniano (Jcpoa) e ha promesso di riguardare e rendere migliori i rapporti con gli Stati Uniti. Accusa i conservatori di aver rovinato l’economia, non riuscendo a fare abbastanza per rilanciare il progetto Jcpoa, da cui gli Stati Uniti con Trump nel 2018 si ritirarono unilateralmente, ma che aveva portato alla revoca di alcune sanzioni.

Pezeshkian ha avuto il supporto di Khatami – che nelle parlamentari di marzo si
era invece astenuto- e dell’ex ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif. Il nuovo presidente aveva criticato l’amministrazione del presidente defunto poiché incapace di risolvere i diversi problemi presenti nel paese, ma non è mai arrivato a criticare apertamente la Guida Suprema Ali Khamenei. Inoltre ha sostenuto i principi fondamentali del regime che considerano gli Stati Uniti come la causa principale delle tensioni nella regione.

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