Roma, femminicidio in pieno giorno: l’ex uccide una fisioterapista di 51 anni

Ulteriore femminicidio a Roma compiuto da un uomo di 53 anni, ex della vittima 51enne. Proprio oggi blitz di attiviste alla Rai contro la cattiva informazione riguardo il tema dei femminicidi

Redazione
3 Min di lettura

Una donna di 51 anni, Manuela Petrangeli, è stata uccisa poco prima delle 14 a Roma, in via degli Orseolo 36, in zona Casetta Mattei, nel quartiere Portuense. A compiere il femminicidio è stato l’ex, di 53 anni, che dopo una breve fuga si è consegnato ai carabinieri.

L’uomo ha utilizzato un fucile a canne mozze per freddare la donna, fisioterapista, che si trovava in strada a piedi appena uscita da lavoro: l’assassino le si è accostato a bordo di una Smart e ha sparato. Il 118 ha cercato di rianimare la donna, ma dopo vari tentativi è stata dichiarata ufficialmente morta. Con l’ex compagno, col quale si sono lasciati 3 anni fa, la donna aveva un figlio di 9 anni.

Sul caso la procura di Roma ha aperto un fascicolo e il posto è stato raggiunto dalla pm Antonella Pandolfi del pool antiviolenza per un sopralluogo, coordinato dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini. Sul corpo è stata disposta un’autopsia. I carabinieri intervenuti hanno chiuso la strada, una via senza uscita da cui si accede dalla via Portuense. Sono stati ascoltati alcuni testimoni.

Roma, stamattina blitz alla Rai

Proprio questa mattina, a Roma, delle attiviste del movimento “Bruciamo tutto“, si sono recate alla sede della Rai di viale Mazzini per protestare contro il modo in cui la tv di stato tratta il tema dei femminicidi. Solo una settimana fa avevano colpito la scalinata di Trinità dei Monti, sempre a Roma.

Roma, blitz attiviste alla Rai
Roma, blitz attiviste alla Rai

Le 5 attiviste hanno gettato una vernice rossa sulle vetrate e il pavimento dell’ingresso della Rai e sul cavallo all’entrata. Le donne hanno anche lasciato bambole in ricordo delle vittime di femminicidio sotto la statua del cavallo macchiato di rosso. La ragione del blitz è stata quella di ricordare i femminicidi e protestare contro il problema della cattiva informazione. Le attiviste sono state fermate e portate via dalle forze dell’ordine.

”Non si raccontano le loro storie, non si cerca di umanizzare e di rendere conto del contesto come dovrebbe fare il giornalismo, di davvero dare un occhio critico per comprendere la nostra società”, dichiara una delle attiviste con in mano il cartello con il numero 42, ovvero i femminicidi avvenuti dopo quello di Giulia Cecchettin, che è diventato simbolo della violenza di genere. Inoltre le donne mostrano un cartello giallo per ricordare che il 6 luglio ci sarà la manifestazione nel centro di Roma.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo