La questione delle nomine dirigenziali per la tv di Stato continua a dividere il governo. Il toto-nomi si sta rivelando più complesso del previsto e la mina vagante di questa partita è proprio la Lega di Matteo Salvini. Un amministratore delegato in quota Fratelli d’Italia, Giampaolo Rossi, e una presidente in quota Forza Italia, Simona Agnes, non convincerebbero per nulla il Carroccio. I leghisti vorrebbero qualcosa in più e soprattutto vorrebbero ristabilire il loro potere all’interno del governo.
La sconfitta bruciante alle Europee, dove Forza Italia ha mostrato di avere la stoffa per diventare il secondo partito d’Italia, continua a tenere svegli la notte i leghisti. Le parole di Marina Berlusconi, invece, che al Corriere della Sera ha dichiarato di sentirsi vicina alle ideologie della sinistra in materia di diritti, hanno infuriato il partito di Matteo Salvini, così come quello di Giorgia Meloni. La Lega ha così messo in atto il suo nuovo piano, che prevede un duro attaccato alla tv privata di Silvio Berlusconi: via il canone della Rai, che sarà sostituito con l’1% di pubblicità in più nella fascia oraria dalle 18 alle 24.
Una proposta già presentata in occasione della Legge di Bilancio, mai approvata ed ora riproposta, che porterebbe circa 600 milioni di introiti in più con cui coprire il fatturato del canone. Contrari ovviamente i forzisti, che hanno immediatamente commentato la proposta, dichiarandosi estranei alla decisione e soprattutto all’oscuro delle macchinazioni del Carroccio. Ancora neutrale FdI, quasi come se volesse lasciare risolvere ai due vicepremier le loro questioni in completa autonomia.
Scontro aperto tra la Lega di Salvini e Forza Italia di Tajani
La proposta di legge della Lega sul canone Rai a firma di Stefano Candiani, uno dei membri della Commissione di Vigilanza Rai, avrebbe come fine quello di aumentare i limiti di affollamento della pubblicità della Rai, permettendo di raccoglierne di più e in questo modo abbattere i costi del canone. Un cambiamento che andrebbe a penalizzare le emittenti privati che quindi avrebbero difficoltà a dividere lo spazio pubblicitario con la tv di Stato.
A subirne le conseguenze maggiori sarebbero proprio le reti Mediaset di Silvio Berlusconi, fondatore di Forza Italia. I deputati azzurri, dunque, si sono trovati a correre ai ripari, pubblicando una nota in cui viene spiegata la loro estraneità alla proposta. “Si tratta di una proposta di legge non concordata in maggioranza che non fa parte di un accordo di governo” hanno chiarito fonti forziste. La Lega però non ha atteso molto prima di controbattere, grazie alla parole della senatrice Nicoletta Spelgatti: “Forza Italia difende un’azienda privata a danno della tv di Stato?“.
Tra i due partiti di maggioranza lo scontro sembra di nuovo aperto. Solo ieri, in commissione Giustizia al Senato, Lega e FI si sono ritrovati su due fronti opposti per quanto riguarda la questione della maternità surrogata. Se i leghisti stavano lottando per un inasprimento delle pene nei confronti di chi compie questa pratica, dall’altra parte gli azzurri si sono attestati su una posizione più moderata, chiedendo protezione per i minori e pene meno lunghe per le madri intenzionali.
Il ruolo del premier Giorgia Meloni
La grande incognita di questa situazione riguarda il ruolo del Presidente del Consiglio. I rapporti tra Giorgia Meloni e Mediaset negli ultimi mesi non sono stati idilliaci. I fuori onda di Andrea Giambruno, ex compagno del premier, e le tasse sugli extra-profitti hanno in qualche modo allontanato Meloni dalla tv privata di Berlusconi. Inoltre, la scorsa settimana l’intervista al Corriere di Marina Berlusconi potrebbe aver risvegliato i malumori del Presidente del Consiglio.
La figlia del Cavaliere, infatti, avrebbe sostenuto di sentirsi più vicina alle posizioni del centrosinistra quando si parla di diritti, soprattutto in materia di aborto e Lgbt+. Un colpo per la maggioranza che potrebbe aver convinto Meloni ad accettare tacitamente la nuova proposta della Lega, pur mettendo a rischio la questione delle nomine apicali in Rai.
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