Israele: Noa Argamani lancia un appello per salvare i 120 ostaggi di Hamas – VIDEO

Noa Argamani, una dei quattro ostaggi israeliani liberati l'8 giugno, ha finalmente rotto il silenzio con un video trasmesso a Tel Aviv durante le recenti proteste contro il governo Netanyahu. Il messaggio è stato trasmesso nel bel mezzo di una manifestazione dei parenti degli ostaggi, dove la giovane ha espresso gratitudine e ricordato i suoi compagni rimasti nelle mani di Hamas

Redazione
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Sebbene ora io sia a casa, non possiamo dimenticare gli ostaggi che sono ancora prigionieri di Hamas e dobbiamo fare di tutto per riportarli a casa“, ha affermato Noa Argamani in un video. Tra le molte persone ancora prigioniere del gruppo terroristico è presente anche il compagno della ragazza, presumibilmente ancora vivo.

Nel video, Noa Argamani ha condiviso i suoi sentimenti sul lungo periodo in cui è rimasta rinchiusa a Gaza, senza sapere se sarebbe mai riuscita a tornare a casa e riabbracciare i propri cari: “Sono stata rapita e portata a Gaza il 7 ottobre. Sono stata tenuta prigioniera da Hamas per otto mesi e sono stata salvata dalle forze di sicurezza l’8 giugno.” Ha parlato dei suoi pensieri e preoccupazioni durante la prigionia. La mente continuamente rivolta ai suoi genitori, in particolare a sua madre affetta da una malattia terminale, che non sapeva se sarebbe mai riuscita a rivedere.

Nel suo messaggio, Argamani ha espresso profonda gratitudine verso l’esercito israeliano e tutti coloro che hanno contribuito alla sua liberazione, rendendo omaggio in particolare ad Arnon Zamora, l’ispettore capo dell’unità antiterrorismo Yamam, caduto durante l’operazione di salvataggio. “Grazie ad Arnon siamo qui,” ha detto, esprimendo vicinanza alla famiglia dell’eroe caduto.

Israele: Netanyahu continua per la sua strada

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ribadito il suo sostegno al piano elaborato dall’Amministrazione Biden per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, affermando che “Hamas rappresenta solo un ostacolo per il rilascio degli ostaggi” e che “oggi tutti conoscono questa semplice verità“. 

Netanyahu ha sottolineato la necessità di continuare a mantenere una pressione militare sulla Striscia al fine di riportare indietro tutti i 120 ostaggi ancora prigionieri a Gaza, unita a una strategia di natura politica che consenta di mantenere il sostegno dei Paesi alleati. A tal proposito, il governo israeliano ha approvato la nomina di Danny Danon come nuovo ambasciatore presso le Nazioni Unite: Danon ha espresso il suo impegno a rappresentare Israele in questo periodo complesso e a combattere il “terrore diplomatico“.

Gaza: il martirio dei civili non si ferma

L’opinione pubblica internazionale continua a mostrare scetticismo e rabbia nei confronti della linea dura adottata da Netanyahu nella guerra a Gaza, specie a causa del salatissimo prezzo pagato dalla popolazione civile palestinese, massacrata per mesi dai bombardamenti israeliani. Il Washington Post ha riportato che 115.000 palestinesi hanno lasciato la Striscia e si sono trasferiti in Egitto dall’inizio della guerra lo scorso 7 ottobre. La maggior parte di loro resta in una situazione di limbo, senza uno status legale e senza un altro posto dove andare, creando una nuova diaspora di palestinesi in terra straniera.

Nel frattempo, le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno condotto un’operazione nel quartiere di Shejaiya a Gaza City, uccidendo almeno 40 miliziani di Hamas e distruggendo diversi tunnel utilizzati dal gruppo terroristico.

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