Chang’e-6, la sonda cinese che ha estratto campioni di suolo dal lato oscuro della Luna

Il moto di rotazione lunare, sincronizzato con quello orbitale, provoca un bizzarro fenomeno fisico a causa del quale, dal nostro pianeta possiamo vedere sempre e solo una singola facciata del nostro amato satellite naturale. Difficile da raggiungere, e di conseguenza da studiare, il lato oscuro della Luna ha sempre affascinato l’essere umano: dai primi studi astronomici fino all’omonimo album dei Pink Floyd del 73. Il mistero su cosa si celi dall’altro lato potrebbe ora essere svelato attraverso una missione spaziale cinese che è riuscita ad estrarre campioni di suolo dalla misteriosa regione lunare per poi portarli sulla terra

Redazione
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La sonda cinese Chang’e-6 ha ottenuto un primato straordinario: è la prima sonda spaziale che sia mai riuscita ad arrivare sul lato oscuro della luna, prelevare dei campioni di suolo lunare e riportarli sulla Terra. Un esperimento perfettamente riuscito che permetterà a un team di scienziati di analizzare le rocce spaziali e ampliare la conoscenza umana collettiva in relazione all’unico satellite naturale del nostro pianeta. 

Il cosiddetto lato oscuro della luna ha assunto questo nome in quanto celato alla vista di chi, dalla Terra, guarda in alto verso le stelle. Eppure non risulta essere effettivamente “oscuro” o almeno non più oscuro di quello rivolto verso il pianeta. Il moto di rotazione e rivoluzione della Luna, uniti ai movimenti fatti dallo stesso pianeta Terra a cui risulta “agganciata” a causa della gravità, fanno in modo che, progressivamente, ciascun lato della luna venga illuminato e lasciato in ombra, causando un forte cambiamento nelle temperature superficiali che possono variare da un minimo di -247 a un massimo di 127 gradi centigradi.

Chang’e-6
Chang’e-6

Nuove informazioni sulla Luna

Il ritorno di Chang’e-6 conclude una missione della durata di ben 53 giorni annunciata come la prima al mondo del suo genere. “Tornera’ il 25 giugno con preziosi doni“, aveva annunciato l’Agenzia spaziale di Pechino, senza fornire un orario preciso per il rientro e successivo atterraggio. La sonda è poi atterrata, come previsto, nella regione cinese settentrionale della Mongolia Interna. L’orbiter, con a bordo i preziosi campioni di suolo lunare, ha rilasciato il modulo di rientro entrando nell’orbita terrestre, per poi giungere con successo nell’area prestabilita alle 14:07 ora locale (le 8:07 in Italia).

La missione in questione rende la Cina il primo Paese in grado di raccogliere campioni di suolo dal lato della luna perennemente celato alla vista, che proprio a causa del carattere sconosciuto di tale facciata potrebbe fornire ai team di scienziati nuove informazioni sul modo in cui il satellite naturale si è formato e poi evoluto con il passare degli eoni. 

Chang’e-6, decollata il 3 maggio scorso dal centro spaziale cinese della provincia di Hainan, era atterrato nel Polo Sud-Aitken della Luna circa un mese più tardi. Una volta sulla superficie del satellite, la sonda ha iniziato ad estrarre campioni di suolo, scavando il terreno con una trivella e un braccio robotico. Prima di abbandonare la Luna, la sonda avrebbe scattato alcune foto del panorama, e piantato una bandiera cinese nel suolo, che andrà a fare compagnia a quella americana piantata nel ‘69 sull’altro lato.

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