Il Partito democratico di Elly Schlein ha cominciato a macinare consensi, lo dimostrano i risultati dei ballottaggi delle Amministrative 2024 che hanno incoronato il Pd il vincitore indiscusso di questa tornata elettorale. Sono 17 i capoluoghi di Regione a guida democratica, contro i 10 nelle mani del centrodestra. Una “vittoria storica” secondo la segretaria Elly Schlein, che ha lanciato un monito al governo: “Stiamo arrivando“.
“Dalla piazza della settimana scorsa è arrivato il grido ‘Unità’. Penso che il risultato dei ballottaggi sia il segnale che dobbiamo continuare nella costruzione dell’alternativa al Governo delle destre” ha dichiarato il volto dem, aggiungendo: “Il tempo dei veti è finito, gli elettori ci hanno detto che con un programma chiaro e candidature credibili sono con noi. Continueremo testardamente unitari. Abituiamoci a fare l’analisi della vittoria perché continueremo a battere le destre“.
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La conclusione dello spoglio dei voti dei ballottaggi, avvenuta ieri, ha dichiarato vincitore il Partito democratico in tutti e cinque i capoluoghi di Regione ancora senza sindaco eletto. Si tratta di Bari, Campobasso, Firenze, Perugia e Potenza, a cui si aggiunge Cagliari che ha vinto al primo turno elettorale.
Schlein: “Un 6 a zero quasi tennistico nei capoluoghi di regione“
Elly Schlein ha definito il risultato elettorale “una vittoria straordinaria per il Pd e per il campo progressista“, facendo un paragone sportivo e parlando di “un 6 a zero quasi tennistico nei capoluoghi di regione” che dà al partito “slancio e speranza per il lavoro che ci aspetta e che dimostra che lavorando uniti le destre si possono battere“. La segretaria del Pd ha poi ribadito che il partito è passato “da un quadro in cui la destra aveva 13 capoluoghi e noi 13, a un quadro in cui noi ne abbiamo 17 e la destra 10“.
Secondo Schlein si tratta di un “risultato che boccia il governo Meloni e le destre” e che non sostiene le dichiarazioni del Presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha criticato il sistema elettorale del doppio turno, proponendo di eliminarlo e sostituirlo con un processo più adatto. “Non si scappa col pallone in mano, non è colpa degli elettori se la destra ha perso – ha quindi rivendicato Schlein – Non c’è senso delle istituzioni dire di cambiare la legge elettorale nella sera in cui si perdono le elezioni“.
Il volto dei democratici ha poi concluso il suo discorso chiedendosi: “Dove ha sbagliato la destra?“. La segretaria risponde che per avere una risposta bisognerebbe “chiedere a loro” e che “potrebbero cominciare a riconoscere la sconfitta” perché “in questo anno e mezzo mezzo le condizioni dell’Italia e degli italiani sono peggiorate nella possibilità di fare la spesa e nella precarietà del lavoro“.
Schlein: “Valutiamo ogni strada contro l’autonomia differenziata“
La segretaria del Pd ha poi rivolto il suo discorso verso il dibattito sulla riforma dell’Autonomia differenziata, duramente criticata dal centrosinistra. “Stiamo valutando tutte le strade possibili contro l’autonomia differenziata. Discutiamo con le Regioni ma anche con le forze politiche, sociali e sindacali” ha dichiarato Schlein, ribadendo che dal punto di vista del partito questa è una riforma “che spacca in due il Paese“.
Riferendosi alle dichiarazioni del premier, il volto dem ha sostenuto che “ciò che dice Meloni cozza con la verità dei fatti” perché l’autonomia “è una riforma fatta senza un euro, vuol dire congelare e anzi aumentare le diseguaglianze del Paese“. Schlein ha continuato dichiarando che FdI “non ha hanno nemmeno provato a fingere che non fosse l’antico progetto secessionista della Lega” e che per questo ha suggerito “di cambiare il nome a Fratelli d’Italia in Brandelli d’Italia. O fratelli di mezza Italia“.
La segretaria ha poi continuato, sottolineando che sui temi di salute, scuola e autonomia è possibile un dialogo c on le forze alternative alla destra e che questo avviene tutti i giorni. “Ci parliamo in Parlamento dove incrociamo le proposte, e ci parliamo nel paese” ha evidenziato Schlein, aggiungendo: “Tutte le forze alternative alla destra devono provare a trovare convergenze. Un dato è certo, il Pd è il perno indiscusso alla costruzione dell’alternativa. Le altre forze sono per noi interlocutori importanti, lo è il M5s e Conte, nelle reciproche differenze. Le differenze ci sono ma mettiamole a valore. M5s, Avs e le altre forze moderate troveranno nel Pd un interlocutore interessato a costruire le destre, che sono il nostro unico avversario“.
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