Caporalato, Schlein chiede abolizione legge Bossi-Fini

La tragica morte del bracciante indiano Satnam Singh ha acceso i riflettori sulla realtà di caporalato che ancora oggi, in Italia, sfrutta il lavoro di numerosi braccianti, spesso stranieri, costretti ad accettare tali condizioni pur di non essere espulsi dal Paese. La risposta della sinistra al problema è piuttosto chiara: la necessità di riformare radicalmente la legge Bossi-Fini sull'immigrazione

Gian Luca Giosue
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Durante una manifestazione tenutasi a Latina, Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha rilanciato la proposta per l’abolizione della legge Bossi-Fini. Il Pd, con Graziano Delrio in prima linea, sta lavorando a una nuova proposta legislativa da presentare in Parlamento, volta a trasformare l’approccio italiano all’immigrazione. 

Già a gennaio di quest’anno, il Partito Democratico aveva organizzato un seminario sull’immigrazione presso la sua sede al Nazareno, per delineare le linee guida di una possibile riforma. In quell’occasione, Pier Francesco Majorino, responsabile del settore immigrazione del Pd, aveva sottolineato la necessità di adottare modelli di gestione degli ingressi regolari già sperimentati con successo in paesi come Canada e Australia. 

Schlein: separare lavoro e richieste di asilo

L’obiettivo sarebbe quello di gestire l’immigrazione per motivi di lavoro in base alle esigenze del sistema produttivo italiano, separandola nettamente dalle richieste di asilo, che richiedono un approccio completamente diverso. Schlein e Delrio hanno insistito sulla necessità di trasferire molte delle competenze attualmente in carico al ministero dell’Interno a quello del Lavoro, per evitare di trattare la questione dell’immigrazione come un problema di ordine pubblico.

Satnam Singh
Satnam Singh, il bracciante morto, vittima di caporalato

Uno degli aspetti più innovativi della proposta riguarda l’introduzione di sponsor per i lavoratori stranieri. Questa idea, ispirata alla legge di iniziativa popolare Ero Straniero, recentemente ripresentata in commissione Affari Costituzionali da Riccardo Magi e sostenuta dal Pd, permetterebbe a singoli individui o enti autorizzati (come associazioni di categoria, agenzie per il lavoro, università, sindacati, patronati, enti del terzo settore, ecc.) di sponsorizzare l’arrivo in Italia di lavoratori stranieri in cerca di occupazione. Sul sito della proposta Ero Straniero si legge che questo sistema consentirebbe di far venire in Italia un lavoratore o una lavoratrice in cerca di un’occupazione attraverso il meccanismo dello sponsor, garantendo una maggiore integrazione e regolamentazione degli ingressi.

Altro tema centrale affrontato nel seminario di gennaio è stato quello dei permessi di soggiorno. La proposta del Pd prevede di semplificare il processo di rinnovo dei permessi per evitare che i migranti scivolino nell’irregolarità. In particolare, si suggerisce di prolungare la durata dei permessi e di affidare ai comuni, piuttosto che alle questure, la gestione dei rinnovi, trattandosi di una questione amministrativa piuttosto che di sicurezza. Un cambiamento faciliterebbe i ricongiungimenti familiari, favorendo una maggiore stabilità sociale e riducendo le difficoltà burocratiche per i migranti.

Schlein: immigrazione come opportunità

L’obiettivo del Partito Democratico sembra essere quello di ribaltare la narrativa dominante sull’immigrazione, spostando l’attenzione dalla paura e dalla sicurezza alle esigenze produttive e agli interessi nazionali. “Dobbiamo smettere di trattare l’immigrazione come una minaccia e iniziare a vederla come un’opportunità, ha dichiarato Schlein durante la manifestazione a Latina. “Il nostro sistema produttivo ha bisogno di lavoratori stranieri, e dobbiamo trovare modi legali e sicuri per farli venire in Italia“.

Riccardo Magi di Più Europa ha ribadito l’urgenza di un intervento , incalzando la maggioranza affinché prenda una posizione chiara sulle proposte già presentate. “Non possiamo tollerare tragedie come quella di Latina“, ha dichiarato Magi. “Sono necessari controlli rigorosi da parte degli ispettori del lavoro e delle forze dell’ordine nelle aree dove il caporalato è diffuso. Ma è anche fondamentale superare la legge Bossi-Fini. Le nostre proposte sono pronte: il governo deve decidere come agire“.

Il segretario +Europa, Riccardo Magi
Il segretario +Europa, Riccardo Magi

Indipendentemente dalla giusta lotta al caporalato, la proposta della sinistra si confronta però con alcune problematiche sociali che, per quanto scomode, non possono essere del tutto ignorate. Prima fra tutte, il motivo per cui si parla di straniero come risorsa e del perché risulti tanto interessante come bracciante: la paga ridotta. Infatti, anche migliaia di giovani italiani tra i 18 e i 30 anni, ogni anno decidono di andare all’estero a lavorare nelle Working Holiday proprio come braccianti, ma lo fanno perché sanno che riceveranno un compenso ben più che adeguato al loro tempo, lavoro e sacrificio. Cosa che di certo attualmente non viene garantita nel nostro Paese. 

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