Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è intervenuto in collegamento da remoto alla manifestazione Taobuk, a Taormina, al tavolo sulla riforma della giustizia e separazione delle carriere, per parlare proprio di questi contestatissimi temi. “Quello che non accetto è che si dica o si sospetti una sorta di intenzione punitiva della magistratura. Io sono stato per 40 anni magistrato e per certi aspetti mi sento ancora magistrato, non vedo la razionalità di una espressione del genere” ha dichiarato criticamente il ministro, volendo sottolineare nuovamente come questa riforma nasca per migliorare il sistema giuridico italiano e non per punire una classe di lavoratori.
Non solo riforma della Giustizia, ma anche abuso d’ufficio, il problema del sovraffollamento delle carceri e il gravissimo problema dell’ammodernamento delle cosche mafiose. Questi i principali argomenti su cui Carlo Nordio si è concentrato, spiegando le prossime azioni del governo Meloni e criticando le lacune e le dimenticanze di chi è stato al potere in precedenza.
Nordio: “In Italia manca il 15% dei magistrati“
“Alla Procura di Palermo mancano 12 magistrati e in quasi tutte le Procure ci sono carenze” ha tuonato il ministro Carlo Nordio, sottolineando come “l’organico dei magistrati in Italia è pari a 10.500 unità, che è insufficiente e che è stato stabilito quando il contenzioso civile e penale era diverso da quello di ora. Manca il 15 percento di magistrati“. Secondo il ministro con i nuovi concorsi in programma sarà possibile risolvere anche questo problema.
“Per la prima volta dalla costituzione della Repubblica entro il 2026 riempiremo l’organico facendo i concorsi. C’è ne sono 4 già in piedi e due in fase di definizione. Il problema è che le procedure sono lunghe. I soldi li abbiamo, quando abbiamo solo ipotizzato un concorso straordinario per i giudici onorari ci sono state moltissime critiche inaspettate. Con questi concorsi prenderemo 400 magistrati” ha infatti dichiarato il ministro.
Parlando poi della riforma delle giustizia e della separazione delle carriere, Nordio ha dichiarato di essere “aperto al dialogo” e che “le modifiche possono intervenire in senso migliorativo, ma sempre nel parametro che ci è stato affidato dagli elettori che ci hanno dato il compito di riformare il Csm, di separare le carriere dei magistrati“. Questo perché “in democrazia la parola spetta agli elettori e attraverso il Parlamento che ne è espressione“.
“In tutti i paesi anglosassoni le carriere sono separate, nell’ordinamento britannico, negli Usa, in Australia, e in altri paesi del continente europeo le carriere sono separate e non per questo la magistratura si sente umiliata – ha sostenuto Nordio – Quando hanno saputo che qui in Italia, nei consigli giudiziari, i pm danno i voti ai giudici, sono rimasti senza parole. Questi interscambi negli ordinamenti anglosassoni sono considerati una follia“.
Nordio: “Escludo l’indulto, è una resa dello Stato“
Trattando il tema del sovraffollamento delle carceri e della mancanza di dipendenti all’interno degli istituti penitenziari, il ministro della Giustizia ha sottolineato che “questo è il risultato di una sedimentazione pluridecennale. Infatti, non è di soluzione immediata“. Il governo è alla ricerca di soluzioni, ma per ora la possibilità dell’indulto non sembra essere presa in considerazione. Nordio la ritiene una “resa dello Stato” e preferirebbe “pene alternative, forme di espiazione della pena in comunità poiché i tossicodipendenti sono degli ammalati più che dei criminali“.
Il ministro ha poi voluto proporre una soluzione aggiuntiva: “Visto che gli stranieri rappresentano la metà dei detenuti sarebbe opportuno far scontare la pena nei loro Paesi di origine, già avremmo risolto gran parte di questo problema“.
Nordio: “Basta soldi per intercettazioni, la mafia usa strumenti più sofisticati“
La relazione della Dia sulla mafie italiane ha sottolineato come ad oggi, le cosche mafiose non utilizzino più solo strumenti adeguati ma come siano riuscite ad allinearsi alle scoperte tecnologiche attuali e ad utilizzarle per i loro scopi. “La mafia ha dei sistemi di comunicazione che noi non siamo in grado di controllare” ha dichiarato infatti Carlo Nordio, riprendendo una dichiarazione di Gratteri, che aveva criticato il governo per aver “allentato” i controlli sulle mafie.
“Quando io dissi che spendiamo soldi in intercettazioni che non servono a nulla, tutti dissero Nordio vuole limitare la lotta alla mafia” ha evidenziato Nordio, aggiungendo: “Ma è il contrario perché è chiaro che un mafioso non parla al telefonino ed oggi la mafia ha sistemi di comunicazione ultramoderni che noi non siamo in grado di intercettare perché spendiamo una marea di soldi nelle intercettazioni mentre avremmo dovuto destinare questi soldi per strumenti molto costosi per intercettare queste sofisticate strumentazioni di cui è dotata la mafia“.
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