Questa mattina, intorno alle 11 locali (le 4 in Italia), diversi soldati nordcoreani hanno attraversato brevemente la linea di demarcazione militare nella zona demilitarizzata (DMZ) sulla linea centrale del fronte. La pronta reazione delle forze del Sud, che hanno emesso avvertimenti sonori e sparato colpi di avvertimento, ha costretto i militari del Nord a ritirarsi verso il proprio territorio.
Corea del Nord: non il primo sconfinamento
Secondo un comunicato del Comando dei capi di stato maggiore sudcoreano, l’incidente è stato archiviato come “accidentale”. Un funzionario del Comando, che ha preferito rimanere anonimo, ha dichiarato alla Yonhap che i soldati nordcoreani hanno ripreso le loro attività poco dopo essere rientrati nei loro confini. Nonostante la natura apparentemente accidentale dell’episodio, risulterebbe essere il terzo evento simile a verificarsi solo nel mese di giugno.
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Gli altri due incidenti, avvenuti rispettivamente il 9 e il 18 giugno, hanno visto un gruppo di 20-30 soldati nordcoreani sconfinare in altre aree della sezione centrale del confine. Anche in queste occasioni, le autorità sudcoreane hanno classificato le violazioni come non intenzionali.
Il Nord sconfina ma poi rafforza il confine
Le violazioni coincidono con un periodo di intensa attività militare da parte della Corea del Nord, che ha dispiegato un gran numero di truppe nelle aree di prima linea dalla scorsa primavera. Tali operazioni comprendono la messa a punto di campi minati, la costruzione di barriere anticarro e il rinforzo delle strade per agevolare il movimento delle truppe. Misure che sembrano rientrare in una strategia di rafforzamento delle difese lungo il confine.
Sebbene gli episodi siano stati catalogati come accidentali, la frequenza con cui si verificano solleva preoccupazioni circa la stabilità della regione. Le autorità sudcoreane restano in stato di allerta, monitorando la situazione per prevenire potenziali escalation che rischierebbero di andare a coinvolgere anche altri paesi. I recenti accordi stipulati a Pyongyang tra Kim Jong-Un e Putin non fanno che aumentare le preoccupazioni dell’opinione pubblica mondiale circa i rischi di una potenziale terza guerra mondiale.
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