La procedura per deficit eccessivo rappresenta la prima applicazione del nuovo Patto di Stabilità, la quale avviene in una fase di transizione tra l’attuale Commissione Europea e la successiva. Per ora, non ci sono raccomandazioni specifiche per l’Italia, che verranno invece rimandate al prossimo autunno. Tuttavia, Bruxelles invierà domani al Tesoro italiano la traiettoria da seguire per correggere il deficit, dando inizio a una fase di discussione con le autorità italiane.
Entro il 20 settembre, Roma dovrà presentare un piano fiscale di bilancio rafforzato, una sorta di Documento di Economia e Finanza (Def) più strutturato. Questo sarà seguito dal Documento programmatico di bilancio, ossia la manovra finanziaria per il 2025, che dovrà essere presentato entro il 15 ottobre. Solo a novembre arriveranno le raccomandazioni definitive della Commissione, contenenti le prescrizioni dettagliate per la correzione del bilancio stesso.
Deficit Italia: le parole di Giorgetti
“Lo sforzo minimo di aggiustamento annuale per i paesi sotto procedura per deficit eccessivo è dello 0,5% del Pil“, ha spiegato Paolo Gentiloni, commissario agli Affari economici. Per l’Italia, ciò si traduce in un aggiustamento annuo di circa 11-13 miliardi di euro, in base al Pil stimato per il prossimo anno. Un calcolo che considera le spese escluse dal computo, come gli interessi sul debito e il finanziamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che sono in qualche modo già salvaguardate.
Secondo l’Ufficio parlamentare di Bilancio, l’Authority sui conti pubblici, l’Italia dovrà affrontare una manovra finanziaria per il 2025 di circa 30-32 miliardi di euro. Questo include una ventina di miliardi di spese programmate, principalmente per il taglio del cuneo fiscale e la riforma dell’Irpef, a cui si aggiungerà la correzione del deficit. “Il taglio del cuneo è un impegno inderogabile; è la prima cosa che dobbiamo assicurare e la confermeremo“, ha dichiarato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sottolineando che la politica economica sarà maggiormente selettiva, mettendo fine ai finanziamenti pubblici a fondo perduto.
Tre Direttrici per l’Italia
I suggerimenti di Bruxelles per l’Italia, pur nella loro genericità, possono essere sintetizzati secondo tre direttrici principali. La prima riguarda la riduzione del debito pubblico, che richiede “ulteriori azioni” per contrastare l’aumento previsto dal 137,3% del Pil nel 2023 al 138,6% nel 2024 e al 141,7% nel 2025. Un aumento principalmente attribuibile agli effetti del Superbonus, con il rischio che il debito possa raggiungere il 168% nel 2034 se non si interviene.
La seconda direttrice si concentra sulla politica fiscale. Bruxelles critica la portata limitata del taglio del cuneo fiscale, suggerendo che la flat tax per i lavoratori autonomi favorisce solo una parte della popolazione. Inoltre, viene richiesto l’aggiornamento delle stime catastali, un tema che ha già provocato l’irritazione di Confedilizia, l’associazione dei proprietari di immobili. Un altro punto critico riguarda il contrasto all’evasione fiscale, con una critica alle misure che danno sollievo ai contribuenti senza affrontare il problema alla radice.
La terza direttrice di priorità riguarderebbe invece un’ampia gamma di misure, dalla rapida attuazione del PNRR all’attrazione di manodopera qualificata per contrastare il calo demografico. Bruxelles sottolinea anche l’importanza di eliminare le restrizioni alla concorrenza per favorire un ambiente economico più dinamico.